Territorio di Bitonto. Ex rudere della Chiesa
Sant'Aneta.
Sito n.: 45 - CHIESA SANT'ANETA
Percorrendo la provinciale per Molfetta, in località
Sant'Aneta, non molto tempo fa', si potevano ammirare i
resti di Torre Sant'Aneta (XI secolo). Osservandola con
occhio attento, nonostante il grave degrado, presentava
ancora il fascino delle sue linee austere, e con un po' di
fantasia era possibile immaginarla nel suo aspetto
originario. Pur nel caos dell'abbandono, risaltava ancora la
parte absidale,con monofora lunata, e parte del transetto,
realizzati con conci di pietra calcarea. Da tali resti si poteva
dedurre che Sant'Aneta (presumibilmente una
volgarizzazione di Sant'Agnese) doveva avere impianto a
croce greca, con lati uguali, tipico delle monocupole, ma in
questo caso, raro e caratteristico perchè si trattava di croce
quadriforme e non allungata, più frequente (ad esempio,
l'impianto di Santa Croce di Cagnano, anch'essa sita
nell'agro di Bitonto).
La chiesetta, centro di culto e meta di pellegrinaggio per le
genti delle comunità limitrofe, si rifaceva a modelli locali di
origine bizantina ed era costituita da volte a botte,
delimitanti uno spazio centrale di forma quadrata,
sovrastato da una cupola inclusa in quadrangolare tiburio,
coperta da una piramide di chiancarelle (piccole lastre in
pietra locale, largamente utilizzate nella copertura dei
trulli). Annesso al lato frontale destro vi era un pozzo,
coperto da un enorme chianca con foro centrale circolare:
da esso attingeva acqua l'intera comunità circostante. Quasi
certamente, sull'esempio fornito da altre chiesette rurali di
simile struttura (ad esempio, il Tempio di Giano, edificio
della prima metà del secolo XIII, a circa 3 Km da Trani), le
pareti interne dovevano presentare affreschi
bizantineggianti, raffiguranti Sant'Aneta ed altre figure
sacre, di cui oggi purtroppo non rimane nulla. La presenza
di numerosi frammenti ceramici, di varia datazione, sparsi
sul territorio circostante, sta a dimostrare che un tempo il
luogo era un piccolo centro di culto, presso cui accorrevano
le genti delle località limitrofe per ritrovare ed appagare il
proprio senso religioso. I D'Elia ritengono, secondo un
elenco duecentesco, che Sant'Aneta doveva insistere su un
antico insediamento apulo, “Malherba, praedium di
Valerianum, iuxta Via Melficti”, un casale collegato da
un'antica strada con quello di Chinisa. Su questa strada
infatti, fu rinvenuta nel 1976 la stele di Massio. Nel 1720
appare inserita nei registri della Cancelleria Angioina e,
successivamente, descritta “sub vocabulo Sanctae Agnetis
extra moenia” in una Santa visita cinquecentesca (“Santa
Visita Lopez”).
In una scheda analitica, compilata dall'associazione “Terre
degli Ulivi”, si legge che nel 1734 venne utilizzata come
spezieria e ospedaletto dal generale Montemar, nel corso
della famosa battaglia. Il suo declino è da collegare con le
invasioni saracene, che resero le campagne poco sicure per
la comunità, costringendola a confluire tra le mura cittadine.
Sant'Aneta rappresenta uno dei pochi esempi sopravvissuti,
nel territorio barese, di “impianto matrice”, dotata cioè di
una struttura pura (pianta a croce libera, con una sola
cupola). Infatti, se si osservano altri impianti analoghi,
questi presentano oltre alla struttura matrice, un nucleo in
aggiunta e allungata a botte. Una caratteristica, dunque,
che testimoniava l'originalità della chiesetta, riferimento
essenziale per lo studio di edifici simili.
Oggi, purtroppo, non esiste più nulla di quello che restava
ancora in piedi della chiesetta di Santa Aneta, rasa al suolo
dalle ruspe.
Estratto da
P.FALLACARA, Antiche chiesette rurali nel contado di
Bitonto, ed. Ass. Pugliese “Terre degli Ulivi”, Bitonto2003, 6-
7.
Territorio di Bitonto. Ex Torre della Chiesa
Sant'Aneta.
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