1. CHIESA DELLA MADONNA DELLE GRAZIE
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Sito n.: 6 - CHIESA DELLA MADONNA DELLE GRAZIE

Nel 1750 Filippo Arcamone, duca di S. Demetrio e fittuario unico del feudo di Sannicandro, fece costruire fuori del paese, sulla strada per Altamura1 (oggi Via Martiri di Kindù), una piccola cappella e la dedicò alla Madonna delle Grazie, della quale era molto devoto.
Con il passare degli anni la struttura andò sempre più deteriorandosi tanto che, agli inizi del 1888, dopo circa 138 anni dalla sua costruzione, ormai "rosa dal tempo e inservibile all'uso", venne demolita e, al suo posto, si iniziò la costruzione dell’attuale cappella.
Il 30 novembre 1890, conclusi i lavori, essa fu riaperta al culto con una solenne benedizione dell'economo curato D. Giuseppe Chimienti2, delegato dall'arcivescovo mons. Mazzella.
L'attuale cappella ha un prospetto molto semplice. Il modesto portale, contornato da cornice è sormontato da una finestra semicircolare. La copertura, a doppia falda, aggettante la facciata, si completa con un campanile a vela posto lateralmente e con una croce in mezzeria del prospetto principale.
La Cappella ha una pianta quadrata,di 6,80 metri di lato. Addossata alla cappella c'è la piccola sacrestia alla quale si accede sia dall'esterno che dall'interno.
Nel 1990 furono eseguiti dei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria.3
Fu collocato il nuovo portone di ingresso in legno massiccio, a spicchi rettangolari. La piccola finestra rettangolare sul portale della facciate esterna fu modificata con una lunetta semicircolare per dare più luce all'interno della cappella.
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Figura 2: esterno prima dei lavori

Fu modificata anche la posizione del campanile a vela sul tetto, spostandolo in avanti rispetto alla collocazione originaria. All' interno della nicchia è collocata sin dal 1924 una campanella di bronzo sulla quale è scritto, in bassorilievo, sul prospetto anteriore "Parroco D. Vitantonio Giammarella", e sul prospetto posteriore "Opera di Nicola Giustozzi — Trani — 1924".
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Figura 3 - Figura 4: campanile prima e dopo i lavori di manutenzione

Nel mese di agosto dello stesso anno fu rifatta la tettoia della cappella con le offerte raccolte e inviate da alcuni sannicandresi in America. A perpetua memoria di questo atto generoso fu collocata, sulla parete interna della cappella, una lapide marmorea.
All’interno della chiesetta, centralmente, vi è un altare di pietra e tufo la cui mensa è sorretta da due angeli alati di pietra. Nella nicchia laterale, a destra dell’altare, si trova la statua di S. Michele Arcangelo che trafigge il drago.
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Figura 5: altare

Al di sopra dell'altare, si trova un grande dipinto ad olio su tela raffigurante la "Madonna delle Grazie" . La Madonna, seduta, tiene per mano il Bambino Gesù. Ai suoi piedi due angioletti. Su di lei aleggia lo Spirito Santo, simboleggiato da una colomba, che la illumina con un fascio di luce dorata per indicare che la sua divina maternità si è realizzata "per opera dello Spirito Santo”.
La tela è stata restaurata nel 1997 (marzo - giugno) dal "Consorzio I.C.O.N.O.S.- Restauro Opere d'Arte" di Sammichele di Bari, e riportata alla sua originaria edizione dopo aver eliminato tutte le sovrammissioni del vecchio restauro.
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Figura 6: Madonna delle Grazie(olio su tela), cm.129x171

Entrando nella cappella, a destra, si trova incastrata nel muro una acquasantiera di pietra all'interno della quale si notano i bassorilievi di un pesce e di un serpente. Sono i simboli di Cristo (il pesce) e di Satana (il serpente che tentò Adamo ed Eva nel Paradiso terrestre). ella sacrestia, accanto alla cappella, si trova una piccola acquasantiera anch'essa di pietra.
La cappella ha la volta con 4 spicchi, ornata da 5 dipinti a tempera di ignoto autore, raffiguranti Santa Elena e i quattro Evangelisti, risalenti probabilmente all'epoca in cui fu ricostruita e benedetta la nuova cappella (1888-1890), e recentemente (febbraio-aprile 2002) fatti restaurare sempre dal Consorzio I.C.O.N.O.S.
Al centro della volta si trova il dipinto a tempera raffigurante Santa Elena seduta per terra, che ha nella mano destra il calice dorato sormontato dall'ostia con alone dorato, e nella mano sinistra la croce. Indossa un mantello di colore azzurro con bordo dorato, su un abito di colore verde scuro bordato rosa antico nella parte inferiore.
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Figura 7: Sant'Elena

In alto, negli spicchi laterali, vediamo raffigurati quattro figure umane con i simboli che li rappresentano. Sant'Ireneo (II sec.) e in particolare S. Girolamo (IV sec.) hanno voluto accostare questi quattro esseri viventi ai quattro evangelisti, basandosi sul contenuto di ciascun vangelo: A Matteo hanno assegnato l'uomo alato (angelo) perché inizia il suo racconto con la genealogia umana di Gesù; l’apostolo ed evangelista ha nella mano sinistra un libro aperto e nella mano destra una penna d'oca. Accanto a lui un angelo che sorregge una croce.
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Figura 8: San Matteo

A Marco il leone perché subito dopo l'introduzione ci presenta Gesù condotto nel deserto tra le fiere; l’evangelista ha in mano un libro e una penna d'oca. Al suo fianco un leone accovacciato.
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Figura 9: San Marco

A Luca il vitello (toro), l'animale usato nei sacrifici dell'antica legge; il suo vangelo inizia infatti con l'annuncio della nascita di Giovanni Battista, annuncio che avviene nel tempio durante un sacrificio; e’ raffigurato con un libro aperto sulle ginocchia e una penna d’oca nella mano destra. Alle sue spalle la testa di un toro.
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Figura 10: San Luca

A Giovanni viene assegnata l'aquila, per il suo discorso "alto" (come alta vola l'aquila) su Cristo, Verbo del Padre. Il dipinto raffigura S. Giovanni, che ha nella mano sinistra un libro chiuso e nella destra la penna d'oca. Alle sue spalle un'aquila (simbolo di S. Giovanni apostolo).
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Figura 11: San Giovanni

1 G. Scalera, Notizie storiche sulla terra di S.Nicandro di Bari, Caracas, 1979, pag 149
2 ACMS, Libro I: Atti - documenti e deliberati (...)", pp. 171- 173: "Attestato di eseguita Benedizione della nuova Cappella "Madonna delle Grazie", inviato dall'economo curato D. Giuseppe Chimienti il 1 dicembre 1890 alla curia arcivescovile di Bari.
3 Don Nicola Rotundo: