Palazzo di Citta'. Portone.
Fatto erigere sull'area degli antichi centimoli su
progetto dell'architetto Nicola Scodes negli anni
1837-44, presenta una facciata neoclassica
scandita da colonne binate. Sul lato minore,
l'anfiteatro progettato dall'ingegnere Bonaduce
nel 1910
Sito n.: 6 - PALAZZO DI CITTA’ (P.ZZA VI
NOVEMBRE)
Sull’attuale Piazza IV Novembre, con l’abbattimento delle
mura residue e il taglio di alcuni fabbricati in
corrispondenza della porta S. Donato e dell’isola abitativa
formatasi nel corso dei secoli, si appunta l’interesse del
decurionato per erigervi il Palazzo di Città,
individuandone l’area negli antichi mulini centimoli, ormai
in disuso e fatiscenti con l’avvento dell’era industriale. Ne
aveva deliberato la costruzione sin dal 1829, ma, tra
rinvii e rielaborazioni progettuali dell’opera, al fine di
inglobarvi il teatro, ebbe il suo compimento, su progetto
definitivo dell’architetto Nicola Scodes, solo negli anni
1837-44. Per creare un adeguato ambito spaziale davanti
alla nuova struttura pubblica, l’isola abitativa fu tagliata e
la nuova fabbrica fu allineata ai vecchi casamenti sulla
porta S. Donato. Questa nuova piazza, con quella
contigua già presente (Cavour), assunse, sempre sotto la
denominazione di borgo, una sua nuova fisionomia di un
unico e più ampio invaso scenografico, continuando a
svolgere il suo ruolo naturale di epicentro dello sviluppo
urbanistico su ogni direttrice del territorio circostante e di
principale centro di aggregazione sociale e culturale della
comunità. Il decurionato provvide dunque a dotare per
primo questo settore urbano di una pavimentazione,
fatta eseguire a crociera con basole di origine vulcanica,
e di marciapiedi. Tuttavia, forse a causa dell'influenza
politica del proprietario dei vecchi casamenti, questi non
furono del tutto espropriati lasciando così incompiuto il
monumentale prospetto del Palazzo di città. I lavori si
conclusero nel 1845, data in cui vi si trasferirono gli uffici
sino ad allora ubicati presso l'ex convento dei Minori
Osservanti.
La facciata neoclassica, elegante e “teatrale”, è scandita
da colonne ioniche binate.
Palazzo di Citta' e Teatro Millico.
Palazzo di Citta'. Scala interna.
Palazzo di Citta'. Stemma di Terlizzi.
La sala consigliare, a pianta rettangolare, può essere
annoverata tra le più belle della Puglia per i suoi
elementi decorativi e figurativi. La volta è ricca di varie
pitture. Quella centrale raffigura l'allegoria dell'Italia
turrita che poggia, omaggio alla dinastia regnante, sullo
scudo sabaudo mentre due baffuti quanto cocciuti putti,
incuranti delle vivaci sedute del consiglio comunale,
seguitano a tenere alta la civica insegna.
Palazzo di Citta'. Sala consiliare.
Palazzo di Citta'. Affresco del soffitto della sala
consiliare.
Palazzo di Citta'. Sala consiliare.
Lungo le pareti laterali sono collocati, insieme agli
stemmi delle tre capitali italiane (Torino, Firenze, Milano)
i medaglioni con i ritratti di figli illustri di Terlizzi.
Palazzo di Citta'. Affresco di M. De Napoli nella sala
consiliare.
La sala sul lato nord (lato lungo) è illuminata da tre
grandi finestroni che si affacciano su piazza IV Novembre
mentre sul lato opposto vi sono tre grandi porte, di cui
una cieca; la centrale era in comunicazione con il teatro
comunale; la terza era adibita ad ingresso pubblico. Sul
lato minore si trova l’anfiteatro progettato dall’ingegnere
Bonaduce nel 1910 e realizzato dall’artigiano Franco De
Pinto.
Tratto da: G.Valente, Feudalesimo e feudatari, VI,
Mezzina, Molfetta, 2004, pp.299-300; Ms., a
cura di A. Pappagallo, Il palazzo di città, 1981.
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