L'indagine archeologica che ha interessato il sottosuolo della trulla, ha messo completamente in luce la struttura di una grande cisterna, una pregevole opera di ingegneria idraulica, sino ad allora non visibile in quanto occultata dal piano pavimentale della trulla.

In quest'ultima sono stati riconosciuti due momenti costruttivi, al più antico dei quali va connesso l'impianto della cisterna, ma lo scavo non ha fornito conferme (ma neanche smentite) all'ipotesi che la trulla, utilizzata per secoli come sacrestia della cattedrale, fosse originariamente il suo battistero, edificato da Bisanzio e poi incluso nella cattedrale riedificata da Rainaldo.
L'ipotesi relativa all'originaria destinazione d'uso dell'edificio rimane tuttavia attendibile sulla base di puntuali confronti tipologici e stilistici con esempi di battisteri noti. Una precisa indicazione cronologica sul primo impianto della trulla è stata però fornita dall'analisi dei reperti recuperati negli strati di terra rimossi con lo scavo ed è quella del XIII secolo, con uno slittamento dunque di circa due secoli in avanti rispetto all'ipotesi esistente.
Ne consegue che il primo impianto della trulla va inserito nel programma di ricostruzione della cattedrale successivo alla distruzione del 1156, attuato a partire dal 1171 dal vescovo Rainaldo, mentre il rifacimento che ha conferito l'aspetto attuale all'edificio si può far risalire al XVI/XVIII secolo.