Un restauro effettuato nella prima metà del secolo scorso sulle murature della Cattedrale di San Sabino a Bari ha riportato alla luce una serie di croci in terracotta rivestita che ornavano, a distanza ritmata, sia le pareti interne che esterne della chiesa: L’inserzione di questo elemento decorativo e iconografico potrebbe essere legato all’occasione e alla memoria della consacrazione dell’edificio. In questo caso il termine cronologico di riferimento potrebbe risalire al 1292, data in cui appunto la Cattedrale fu consacrata dall’arcivescovo Romualdo Grisone.
Le croci originariamente erano dodici all’interno e altrettante all’esterno. Ad oggi sui paramenti murari dell’edificio sacro ne sono visibili solamente sei, conservate peraltro in maniera estremamente frammentaria e lacunosa, mentre le restanti sono il frutto dell’ultimo restauro della struttura. Poste mediamente a circa 3 metri di altezza dal piano di calpestio, le croci non sono formate da un unico laterizio, ma sono costituite da più elementi assemblati tra loro all’interno degli incavi, pure creando quasi l’effetto di un singolo manufatto. La composizione risulta così formata: al centro è posta una formella a modulo quadrangolare di circa 8x8 cm, mentre i quattro bracci sono invece costituiti da mattoni rettangolari mediamente misuranti 20x3,5 cm circa, desinenti in forma di giglio, reso ugualmente da un lacerto in cotto.
(P. Favia, V. Valenzano “L’utilizzo della ceramica e del cotto nelle architetture medievali della Puglia centro-settentrionale”)