Epigrafe latina iscritta su una lastra di rivestimento in marmo di una base perduta.

Traduzione: “A Lucio Gellio, liberto di Lucio, Primigenio, Augustale. A costui l'ordine dei decurioni, su richiesta del popolo, per i moltissimi suoi benefici concesse l'onore del bisellium (un sedile onorifico per assistere agli spettacoli pubblici); avendo egli, in cambio di questo onore, versato in contanti 10.000 sesterzi al fine di accrescere la somma destinata all'annona frumentaria, (l'ordine dei decurioni), su richiesta dello stesso popolo, fece erigere una statua con il denaro raccolto………..? Luogo concesso per decreto dei decurioni".

L'epigrafe si data alla seconda metà del II sec. d.C., tra la tarda età di Antonino Pio e l'età di Marco Aurelio.
Gli Augustali erano membri di un collegio dedito al culto imperiale, costituito in grande prevalenza da ricchi liberti (ex schiavi), per i quali l'appartenenza al collegio costituiva il suggello sociale della posizione economica raggiunta.

L'epigrafe testimonia il funzionamento della vita istituzionale, il sostenuto livello economico e sociale di Bari nella tarda età degli imperatori Antonini, e ancora l'esistenza nella città cli un edificio per gli spettacoli.

Inoltre accresce la nostra conoscenza dei problemi connessi all'approvvigionamento di grano (annona frumentaria) e alle forme di partecipazione del populus alle decisioni delle città.