CHIESETTA DELL'ANNUNZIATA
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A 6 km. da Gioia, sull'altura di Monte Rotondo, a 380 metri sul livello del mare. e a circa 1 km. dagli scavi archeologici di Monte Sannace, nell'omonima contrada, domina l'antica Chiesetta dell'Annunziata.
Il territorio rurale su cui insiste la Chiesa venne assegnato alla Chiesa di Bari dal duca di Puglia Ruggiero e prese il nome di Feudo di Monte Sannace.
La Chiesa costituisce una testimonianza dell'arte del XIV secolo in Terra di Bari, importante non solo sotto l'aspetto architettonico, ma anche sotto quello pittorico.
In un antico manoscritto anonimo, conservato presso la sede Arcivescovile di Bari si dice che l'Arcivescovo di Bari Romualdo II, succeduto all'Arcivescovo Giovanni VI nel 1282, oltre a recuperare i beni della Chiesa di Bari usurpati da alcuni signori del tempo durante il periodo di vacanza vescovile, etiam funditus a primo lapide construxit et aedificavit Cellam amoris et habitationem Montis Ioannatii cum una ecclesiaa valde pulchra.
Tale affermazione concorda con la seguente iscrizione, posta sul frontespizio della Chiesa, al lato destro, che ce ne indica la data di costruzione:
ILL.mus ARP US BAREN ROMUALD s ECCLm. HA C F. F. A. D. 1309 RESTAURATA V  F. A. FUN AEYE PIOR 1505.
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Iscrizione posta sul frontespizio della Chiesa
E' evidente da tale iscrizione che la Chiesa fu fatta edificare dall'arcivescovo di Bari Romualdo II nell'anno 1309 e poi fu restaurata nell'anno 1505.
Qualche anno dopo i duchi d'Atri usurpano circa 300 ettari del patrimonio della Chiesa di Bari, prendendo in fitto dalla stessa altri territori.
Infatti un'altra iscrizione posta sulla facciata laterale destra ci fa conoscere che dal 1532 il territorio di Monte Sannace era governato dai duchi di Acquaviva, che pagavano all'arcivescovo di Bari il canone annuo di 62 ducati e che per l'esproprio dei beni della Chiesa i duchi avrebbero dovuto pagarLe dal 1643 la somma di ducati 400 annui, a titolo di indennizzo, consentendoLe l'utilizzo della Chiesa.
Nel 1535 l'Arcivescovo di Bari, Cardinale Girolamo Grimaldi, dopo aver effettuato una ricognizione dei beni del Feudo di Monte Sannace, cita in giudizio il Duca d'Atri perché occupa il predio rustico di Monte Sannace, di proprietà della mensa arcivescovile.
Una lettera del duca d'Atri del 25-12-1569 all'Arcivescovo di Bari Antonio II cita che la Chiesa di S. Maria Annunziata unitamente a parte del Monte Sannace sono di proprietà dell'Archidiocesi di Bari.
Tale giudizio si conclude soltanto nel 1641 con l'impegno da parte dei duchi d'Atri di corrispondere il canone annuo di ducati 400 alla Mensa Arcivescovile di Bari. La proprietà di Monte Sannace rientrò in possesso della Chiesa di Bari nel 1829, tramite un atto di transazione tra l'Arcivescovo Michele Basilio Clary e la principessa di casa Acquaviva, nobildonna Guglielma Ruffo-Scilla, in qualità di tutrice del principe Giambattista De Mari, ancora minorenne.
La Chiesa di Maria S.S. Annunziata con la casa canonica che si trova alle sue spalle e i poderi circostanti sono oggi proprietà della Chiesa Matrice di Gioia del Colle.
La Chiesa, benché piccola, era già nota agli studiosi dell'Ottocento per la presenza di arredi scultorei ed affreschi di buona fattura. Tra questi sono da citare: un'acquasantiera, monolito calcareo di età romanica (che per la presenza di un serpente, che rappresenta il peccato originale, e di un pesce, simbolo dei cristiani, che vi sono scolpiti, fa pensare che si trattasse originariamente di una fonte battesimale), un dipinto della Madonna col Bambino, risalente al XVI secolo, un ciclo di affreschi riguardanti la Passione di Cristo e la Crocifissione, altri affreschi e una statua lignea dell'Annunciazione.
A questa Chiesa è legata la festa dell'Annunziata, che si tiene il 25 marzo, e un rito tra il sacro e il profano, che si celebrava a partire dall'ottava di Pasqua e che si ripeteva il giovedì e la domenica successiva: la Passata al Monte. Alla festa partecipavano i cittadini di Gioia e dei paesi limitrofi, Sammichele, Turi e Putignano. Molti si recavano per “passare” i loro ragazzi che, unitamente ai compari e alle comari, secondo il loro sesso, prendevano parte alla processione della statua dell’Annunziata che “girava” tre volte attorno alla Cappella. Questa usanza della “passata” veniva anticamente effettuata per preservare i giovani dal male d’ernia.
La Chiesa, che si raggiunge attraverso una scalinata, presenta un sagrato sul quale spicca la facciata in pietra con ingresso rettangolare, un rosone con sette aperture, delimitate da colonne con capitelli e in alto due piccole figure, ugualmente in pietra; queste ultime di origine antica sono poste alle estremità superiori del prospetto frontale. In alto è visibile una piccola apertura sormontata da un arco con tettuccio spiovente, sormontato da una piccola croce in pietra, che serve da alloggiamento ad una campana, un piccolo campanile a vela.
http://www.gioiadelcolle.info/public/2010/03/annunziatainterno.jpg L'interno della Chiesa, che ha una volte a botte, è ad una navata affrescata e presenta una cappella sul lato sinistro. Tale ambiente, ugualmente chiuso da una volta a botte, è noto come Cappella del Crocifisso e presenta numerose pitture murali, eseguiti con la tecnica del mezzo fresco, opere sicuramente di due diverse maestranze della fine del XVII secolo. Infatti in basso a destra della Crocifissione di Cristo con la Madonna, S. Giovanni Evangelista S. Maria Maddalena e Maria di Cleofe è disegnata la data 1694.
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Cappella del Crocifisso
Il ciclo della passione è suddiviso in quattro riquadri: l'orazione di Gesù nell'Orto, Gesù deriso e incoronato di spine, la flagellazione, la caduta sotto la Croce.
Da sottolineare due particolari interessanti: le varie scene sono racchiuse da una cornice in finto marmo, che, insieme ai finti occhielli e ai chiodi emersi in seguito al restauro, danno l'impressione al visitatore di trovarsi di fronte a quadri appesi piuttosto che ad affreschi.
La parete di fondo della nicchia absidale presentava un dipinto murale con Madonna su un trono col Bambino, incoronata dagli Angeli, tra i Santi Gioacchino ed Anna, opera di un artista locale della metà del Novecento.
Tale immagine, durante i lavori di restauro è stata asportata dalla parete e salvata con una riproduzione fotografica di dimensioni reali, che è stata esposta nella Chiesa.
Infatti al di sotto di tale icona i lavori di restauro hanno portato alla luce l'icona originaria che oggi si può ammirare, che è databile ai primi decenni del 500 , e raffigura una Madonna che sta indicando il Bambino che ha in grembo, il quale sta per abbracciarla e accostarle teneramente una guancia. La Vergine è venerata come Madonna della Tenerezza.
Accanto a questo gruppo centrale si può ammirare l'immagine di S. Giovanni Battista, di un altro santo orientale e di Sant'Orsola accompagnata da numerose vergini. Nella parte inferiore dell'affresco compare la data 1617. In basso vi è un altare in pietra, murato nella parete, opera verosimilmente degli inizi del ‘700.
La volta della navata, che presenta la scena dell'Assunzione, è datata 1950 ed è opera di Benedetto Colonna.
Nell'ultimo scorcio del secolo passato la Chiesetta ha subito un notevole degrado, soprattutto nella parte del soffitto e del tetto, a causa delle infiltrazioni di acque meteoriche, che avevano provocato anche danni agli affreschi interni.
Grazie ai fondi POR Puglia 2000-2006 mis. 2.2, al contributo del Comune di Gioia, della Parrocchia S. Maria Maggiore di Gioia e dell'Archidiocesi Bari – Bitonto è stato possibile restaurare la Chiesa e riportarla al suo antico splendore.
L'intervento di restauro, oltre ad eliminare le cause del degrado (riparazioni del tetto e infiltrazioni meteoriche) ha riguardato il consolidamento degli intonaci, il fissaggio e la pulitura della pellicola pittorica, la risarcitura di tutte le lacune dell'intonaco e l'intervento di integrazione pittorica delle lacune e delle abrasioni.
Nel corso dell'intervento sul manufatto e sulle pitture si è provveduto altresì a restaurare la scultura lignea dell'Annunciazione.
Da ricordare è, infine, la presenza di una piccola grotta al di sotto del pavimento della stessa Cappella.
FONTI:
IMMAGINI: