Nella zona compresa tra il vecchio Campo Sportivo
e la Villa Colombo sopravvive una piccola “Coffee
House“ (in italiano un Caffeàus). A prima vista,
osservando la parte superiore, che termina con una struttura
architettonica ornamentale che ricorda un’edicola sacra,
appare come una piccola Cappella. Si tratta di una piccola
costruzione ottagonale del XVIII secolo utilizzata per servire
caffè o altre bevande.
Il 10 luglio 1978 l’Ispettore Onorario per
le Opere di Antichità e d’Arte del Comune di Gioia,
prof. Antonio Donvito, invia alla Soprintendenza per i Beni
Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici di Bari la seguente
missiva.
Segnalo alla S.V. con particolare urgenza per i
provvedimenti che riterrà opportuno adottare quanto appresso:
In applicazione della Legge 167 dell’Edilizia Popolare il
Comune di Gioia del Colle ha provveduto ad espropriare per pubblica
utilità un terreno di proprietà del dott. Alberto Luisi,
abitante in Bari… Detto terreno si trova in Via Giovanni
XXIII n. 357…; esso è coperto da un giardino con alberi
ad alto fusto e siepi. Al centro di detto giardino si trova un
“ Caffeaus “, pregevole costruzione architettonica
tutta in pietra del secolo XVIII, in buono stato di conservazione,
con eleganti sculture, arcate e volta in stile e gradinate intorno.
La ruspa è in procinto di distruggere tutto, giardino e
l’elegante costruzione, singolare per la nostra zona,
caratteristica dei paesi germanici. Si chiede pertanto un
intervento immediato di codesta Soprintendenza, perché possa
mettere un fermo ai lavori, che sono in procinto di essere
eseguiti. Il proprietario del terreno e della costruzione, pur di
vedere salvata l’opera d’arte col giardino è
disposto a cedere tutto gratuitamente al Comune di Gioia del Colle,
perché esso diventi un bene di pubblica
utilità…
A tale iniziativa segue analoga presa di posizione
anche dell’associazione “ Italia Nostra “,
sezione di Bari.
Il 19 luglio 1978 la Soprintendenza per i Beni
Ambientali Architettonici Artistici e Storici della Puglia, sede di
Bari, invia la seguente lettera, avente per oggetto: Intervento di
salvaguardia “Caffeause“, all’Istituto Autonomo
Case Popolari di Bari e, per conoscenza, all’Assessorato
Urbanistica ed Assetto del Territorio della Regione Puglia, al
Sindaco di Gioia, a Italia Nostra, Associazione Nazionale per la
Tutela del Patrimonio Storico Artistico e Naturale della Nazione,
sede di Bari, e all’Ispettore Onorario, prof. Antonio
Donvito.
A seguito delle segnalazioni pervenute dalla
sezione di Bari della Associazione “Italia Nostra“ e
dell’Ispettore Onorario di Gioia del Colle circa la prossima
realizzazione di un complesso di fabbricati interessanti parte del
giardino in oggetto, questo Ufficio ha eseguito immediati
accertamenti sopraluogo.
Si è potuto quindi constatare che detto
giardino… è caratterizzato da una fitta vegetazione in
cui primeggiano piante di lauro, viburno e pini, con la presenza
centrale di una splendida sefora; il terreno è peraltro
interamente coperto da edera con cespugli di rose
selvatiche.
Nel centro sorge un piccolo fabbricato, una
coffee house del XIX secolo di interessante fattura e costituente
con il giardino circostante un complesso unitario e di grande
suggestione, che si impone oltreché per lo interesse
compositivo e formale, quale importante testimonianza del gusto di
un’epoca.
Per quanto sopra questo Ufficio ritiene che
tale complesso debba essere opportunamente salvaguardato con
destinazione, sempre nell’ambito della zona “ 167
“ ad uso pubblico: a tal fine si invita codesto Ente a
predisporre una opportuna variante del progetto da
realizzare.
L’Assessorato all’Urbanistica, cui
la presente è diretta per opportuna conoscenza, è pregato
di voler eventualmente adottare i provvedimenti di
competenza… Questo Ufficio si riserva comunque ogni azione di
competenza mirante alla tutela del complesso in
questione….
Il 19 luglio 1978 l’Assessorato Urbanistica
e Assetto del Territorio e Programmazione della Regione Puglia
invia risposta al Sindaco di Gioia, all’Istituto Autonomo
Case Popolari, all’Associazione “Italia Nostra“,
sezione di Bari e all’Ispettore Onorario prof. Antonio
Donvito, con la quale ricorda che compito essenziale di tutti
gli Enti preposti alla salvaguardia di un patrimonio
artistico-culturale convalidato nei tempi è la tutela, per
l’appunto, di tali rare testimonianze storiche. Inoltre in
relazione a quanto sopra ai sensi delle leggi vigenti in materia,
ivi compresa la legge statale 29/6/1939 n. 1497 ed il D.P.R. n.
616/77, l’Ufficio Urbanistico della Regione, nel fare
presente all’Istituto Autonomo Case Popolari di Bari la
necessità ed opportunità di sospendere nella predetta
area qualsiasi iniziativa atta a modificare lo stato dei luoghi,
invita l’Amministrazione Comunale di Gioia a studiare
l’opportunità ad adottare, ai sensi dell’art. 34
della legge statale n. 865/1971, una variante al citato piano di
zona, mirante a destinare il complesso innanzi descritto (giardino
e manufatto) ad attrezzatura di uso
pubblico.
Il 3 novembre 1978 l’Assessorato Urbanistica
– Assetto del Territorio e Programmazione, Settore
Urbanistico Regionale di Bari invia al Sindaco di Gioia,
all’Istituto Autonomo Case Popolari di Bari, alla sezione di
Bari di “ Italia Nostra “ e all’Ispettore
Onorario prof. Antonio Donvito una lettera…la
Soprintendenza per i Beni Ambientali di Bari ha segnalato, per gli
ulteriori provvedimenti di competenza ed a seguito di comunicazione
da parte della Sezione “ Italia Nostra di Bari “, la
prossima realizzazione di un intervento edilizio nell’ambito
del P.E.E.P… , interessante specificatamente parte di un
giardino… caratterizzato da una fitta vegetazione ( lauro,
pino, viburno, cespugli di rose, ecc. ) e dalla presenza
essenzialmente di un piccolo manufatto edilizio del XIX secolo
adibito – all’epoca – a “Coffee
house“ di stile neoclassico, d’interessante fattura ed
integro nel rivestimento di pietra della facciata a ben figurare
una tecnica artistica progettata secondo la cultura della
società del primo Ottocento. Resta evidente che compito
essenziale di tutti gli Enti preposti alla salvaguardia di un
patrimonio artistico- culturale convalidato nei tempi è la
tutela, per l’appunto, di tali rare testimonianze
storiche.
In relazione a quanto sopra ai sensi delle
leggi vigenti in materia… quest’Ufficio Urbanistico,
nel fare presente all’Istituto Autonomo Case Popolari di Bari
la necessità ed opportunità di sospendere nella predetta
area qualsiasi iniziativa atta a modificare lo stato dei luoghi,
invita l’Amministrazione Comunale di Gioia del Colle a
studiare l’opportunità ad adottare, ai sensi
dell’art. 34 della legge statale n.865/1971, una variante al
citato piano di zona, mirante a destinare il complesso innanzi
descritto (giardino e manufatto) ad attrezzatura di uso
pubblico….
Il 3 dicembre 1985 l’ingegnere comunale,
Filippo Pavone, invia al Commissario Prefettizio per la
Straordinaria Amministrazione del Comune di Gioia la relazione
tecnica inerente la variante di aggiornamento al comparto
interessato dalla presenza del Coffee House, del quale parla come
di un reperto archeologico. Infatti evidenzia che nel Sub comparto
E non è possibile realizzare n.2 corpi di fabbrica in quanto
insiste sulla particella n.12 del foglio n.69 reperto archeologico
vincolato dalla Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali con
nota n.5823 del 19/7/1978. Ribadisce che detto reperto
archeologico consiste in un piccolo manufatto edilizio del XIX
secolo adibito all’epoca a “Coffee House“ di
stile neoclassico.
Il 12 maggio 1986 il Commissario Prefettizio del
Comune di Gioia, dott. Elio Forgione, invia la seguente missiva
all’Assessorato Urbanistica Settore Urbanistico della Regione
Puglia, e per conoscenza alla Sovrintendenza per i Beni Ambientali
di Bari, all’Associazione “Italia Nostra“ di
Bari, all’Ispettore Onorario prof. Antonio Donvito e alla
Sezione Provincia di Controllo di Bari.
In riferimento alla nota indicata a margine (3-
11-1978), si comunica che questo Comune ha adottato il
provvedimento di variante al piano di zona, mirante a salvaguardare
la “coffee house“ come risulta dagli allegati atti
tecnici.
Codesto Assessorato, con la stessa nota,
invitava questo Comune ad adottare la variante con la procedura di
cui all’art. 34 della legge statale n. 865/1971, mentre si
è ricorso a quella prevista dall’art. 21 della legge
regionale n.56 del 31-5-1980.
Si prega, perciò, considerare la presente
come richiesta di parere…. Tenuto conto che sulla "coffee
house“ non esiste alcun vincolo. Si resta in attesa di un
cortese urgente riscontro per consentire la sollecita definizione
della procedura prevista dalle suddette
disposizioni….
A seguito dei provvedimenti messi in atto dal
Comune di Gioia oggi il Coffee house è ancora presente nel suo
originario sito, ma è soffocato da nuove costruzioni
condominiali che lo attorniano.
Si trova ad un livello più alto rispetto al
livello stradale, poggiato su un basamento quadrilatero, e vi si
accede attraverso quattro gradini. Ha una forma ottagonale e
presenta quattro aperture, una in ogni direzione dei punti
cardinali, ai lati delle quali sono presenti delle colonne quadrate
in tufo, che si innalzano fino all’altezza delle porte e
fungono da contrafforti, dando altresì l’impressione
ottica di un manufatto più grande di quanto non lo sia
realmente.
L’ingresso principale, posto sul lato sud,
presenta un’apertura slanciata con contorni in pietra
lavorata, che termina a forma di cupola slanciata, di stile
arabeggiante, porta affiancata da lesene scanalate e piatte con
capitelli ionico- corinzi. Dal lato opposto vi è
un’apertura più bassa della precedente, con copertura ad
arco, entrambe in pietra. Sui lati est ed ovest si nota la presenza
di due aperture, molto più piccole delle precedenti, in tufo e
senza alcun elemento ornamentale in pietra.
Dalla copertura, preceduta da un fregio degradante
verso il basso, parte un sostegno a forma di tronco di cono che
sorregge una struttura quadrata a forma di edicola sacra,
sormontata dai quattro lati da un piccolo
frontone.
Oggi la costruzione è abbandonata ed attende
ancora che, dopo essere stata utilizzata in passato come luogo di
sosta e di ristoro, venga fruita come attrezzatura di uso pubblico,
come auspicato dal prof. Donvito, dall'originario proprietario,
dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali di Bari e
dall’Assessorato all’Urbanistica della Regione
Puglia.
FONTE:
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