TORRE SANTA CROCE
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Bitonto. Torre Santa Croce. Veduta della torre.

Sito n.: 7 - TORRE SANTA CROCE

Immersa nel verde, tra Bitonto e Molfetta, quasi nascosta tra gli ulivi si erge Torre Santa Croce, chiesa rurale medievale con cupola in asse a croce contratta monocellulare. La chiesetta, per la sua particolare architettura ed i materiali impiegati, è databile tra il X e XI secolo. Nell'edificio sacro la pietra calcarea, di cui abbonda il territorio, è appena sbozzata a martello e disposta a filari, con i piani di posa paralleli: tecnica di uso popolare, simile a quella impiegata per la costruzione dei trulli. A contraddistinguere la chiesetta è la pianta rettangolare orientata, con volte a botte e cupola centrale poggiante su arconi che disegnano un breve spazio traverso, contenuto nel perimetro del rettangolo.
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Pianta della Chiesa rurale Torre Santa Croce.

I tetti sono spioventi, mentre la cupola centrale è coperta da tamburo quadrangolare e piramide arretrata rispetto al perimetro esterno, con il solo cono absidale rivestito dalla tradizionali chiancarelle.
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Bitonto. Torre Santa Croce. Veduta della masseria.

Sulle pareti interne sono ricavate delle nicchie con funzione statica e di spazialità, abbellite da affreschi: tra i più apprezzabili una Madonna con Bimbo e, sulla cortina dell'arco settentrionale, un Cristo sulla Croce. L'illuminazione interna è assicurata da una feritoia rettangolare posta sull'abside. Innestata sull'impianto dell'edificio vi è una poderosa torre quadrangolare ed intercomunicante, costruita nel XV secolo e rientrante nel sistema delle vedette (turris speculae) dislocate a difesa del territorio. Durante le incursioni saracene, queste torri fornivano un sicuro rifugio alla comunità che gravitava intorno alla chiesa. Torre Santa Croce sorge sul luogo di un antico insediamento, florido in età appula (IV-V sec. a.C.), ma che scomparve al tempo della centuriazione romana. In età augustea, il luogo fu assegnato al legionario Cassius, ben attestato nella “Il Regio Apulia et Calabria”. Doveva, quindi, trattarsi di un ricco prediale con mandorleti ed uliveti, reso rigoglioso dalle acque di un vicino laghetto (Sant'Angelo de Lacu). Frate Angelo, al proposito, nell'elenco delle ville bitontine “De Origine et aedificatione Botonti” recita: “Casanum, quasi plures casas habens”. Ciò induce a pensare che, tra l'alto ed il basso Medioevo, nei pressi della chiesetta o tutt'intorno ad essa vi era un grosso casale. In altri documenti (Casati onciari, Visita Lopez, ecc.) il casale è riportato con il nome di Casa Jani, Civis Jani, Civisciani, ecc.
Nel XVII sec. Il grande appezzamento e la chiesetta di Santa Croce andarono in proprietà alla famiglia Bove (Bovio), originaria di Ravello. Oggi questo piccolo “tempio di spiritualità”, ormai ridotto a rudere, è adibito a deposito di materiale agricolo. La struttura esterna è integra, ma all'interno gli affreschi sono in grave degrado e l'intonaco delle pareti è ricoperto di muffa.Estratto da:
P. FALLACARA, Antiche chiesette rurali nel contado di Bitonto, ed. Ass. Pugliese “Terre degli Ulivi”, Bitonto 2003, 9.