TEATRO TRAETTA
graphic
Bitonto. Facciata principale del Teatro Traetta (ex Umberto I).

Sito n.: 34 - TEATRO TRAETTA

Architetti e maestranze per il Teatro di Bitonto
A quanti si sono interessati della storia del Teatro ferdinandeo di Bitonto, poi dedicato al re Umberto I, è mancato l'anello decisivo di congiunzione che permettesse di attribuire l’opera con certezza ad uno dei tanti architetti che operarono tra Napoli e la Provincia nella prima metà dell'Ottocento. Il più accreditato è stato Antonio Niccolini, architetto e scenografo, trasferitosi dalla Toscana a Napoli nel 1807. Celebratissimo ai suoi tempi per la grande attività profusa nella progettazione di edifici pubblici e privati e per gli alti incarichi ricevuti, dietro richiesta dell'Intendente della Provincia di Bari fu segnalato dal principe di Ruffano al ministro Santangelo, nel giugno del 1835, come la persona più idonea a progettare il teatro che si intendeva realizzare a Bitonto.
L'Ottocento è un secolo di straordinario rilancio economico e culturale anche per la nostra regione. Subito dopo la restaurazione borbonica, la Puglia si dotò di numerosi edifici pubblici e privati.
Lo sviluppo urbanistico, determinato dal forte aumento della popolazione, impone di uscire fuori dai borghi antichi e di immaginare una città nuova dando il via alla costruzione di ponti, strade, scuole, edifici pubblici e privati.
A Bitonto, intorno al 1820, si pensa alla demolizione della muraglia e delle porte.
Grazie alla forte tradizione musicale settecentesca che annovera musicisti di fama internazionale - Traetta, Giordano, Piccinni, Mercadante e tanti altri -, in questo secolo si diffonde la cultura musicale e l'esigenza di ascoltare musica, che esce dai salotti aristocratici per diventare sempre più un fatto generalizzato, se non “fenomeno di piazza” con le bande cittadine.
Tra il 1825 e il 1860 nascono teatri stabili a Foggia, Bari. Terlizzi, Gioia del Colle, Corato, Cerignola, segno di una nuova sensibilità e di agiatezza economica.
Nella risistemazione della città gli amministratori bitontini pensano subito anche al teatro: ad un teatro non privato, ma comunale, da realizzarsi presso al chiesa di S. Agostino. Nei programmi del 1820 è la richiesta della “diruta chiesa di S. Agostino per aprirsi un pubblico teatro a spese del Comune”. Il progetto non va in porto, perché al di là della tendenza politica generale di non trasformare chiese, ancorché dirute, in teatri, solo nel 1835 l’idea si concretizza ad opera non più dell'Ente pubblico, ma della nuova classe dirigente, aristocratici e borghesi.
È noto come a Bitonto furono alcuni “galantuomini e proprietari” a voler decorare e abbellire il Comune di un teatro per spettacoli pubblici, al fine di esercitare l'intelletto e concorrere al profitto morale della popolazione. Si costituì a tal fine una società di azionisti uniti tra loro con una convenzione firmata il 27 aprile 1835.
La facciata del teatro fu abbellita dallo stuccatore maestro Gerolamo Prezioso. I Prezioso facevano parte di una antica famiglia di decoratori e stuccatori: Nicola e Domenico decorarono, nel 1753, di stucchi le cappelle della chiesa di S. Francesco di Paola, Francesco, nel 1803, eseguiva lavori di stucco nella cattedrale di Bitonto.
Estratto dell’articolo pubblicato sulla rivista semestrale “Studi Bitontini” 79, 2005, 119-132 di S. MILILLO.

Teatro Umberto: appunti di un rilievo
Dovendo compiere, per motivi di studio, il rilievo del prospetto principale del teatro Umberto mi sono trovata dinanzi ad una realtà che fino ad allora avevo scarsamente considerato.
Durante il rilievo mi sono resa conto che sotto la definizione di edificio in degrado si cela un esempio di notevole bellezza e armonia che varrebbe la pena conoscere.
Le vicende che hanno interessato e che ancora oggi interessano il Teatro non sono risolte e il rendere nota questa mia esperienza vuole essere un ulteriore atto di conoscenza e riconoscenza dovutogli. Il teatro fu voluto a Bitonto da ventuno famiglie bitontine che affidarono l’incarico all’architetto napoletano Antonio Niccolini, il realizzatore del teatro Piccinni di Bari.
L’attività teatrale nella Bitonto dell’epoca era già viva grazie alla disponibilità di alcune famiglie facoltose che per le rappresentazioni mettevano a disposizione i più bei saloni delle loro case. Ma divenne forte l’esigenza di poter usufruire di un teatro stabile, anche per “adornare ed abbellire la città”, cioè un teatro non solo per uso privato, ma destinato a tutta la città.
Nel 1835 fu acquistato, per accogliere il sito dell’immobile, un tratto del giardino della famiglia degli Ambrosi, a ridosso delle vecchie mura della città, tra il tratto di mura medioevali ed asburgiche. Il progetto iniziale fu rimaneggiato sia per ragioni economiche, sia per la ridotta estensione del sito destinatogli. Inoltre si volle eseguire i lavori in gran fretta per battere nei tempi Bari, che si stava muovendo nella stessa direzione.
Il teatro ha il tipico impianto del “teatro all’italiana”, composto da tre ordini di palchi, che si sviluppano a ferro di cavallo (di cui due destinati alle ventuno famiglie azioniste ed il terzo al pubblico pagante) ed, infine, al di sopra vi era il loggione o “piccionaia” a cui si accedeva tramite una scala esterna.
Di gusto ottocentesco, il prospetto principale si presenta ripartito sia verticalmente che orizzontalmente.
È verticalmente suddiviso in quattro parti: il basamento, che assorbe il dislivello del sito; il primo ordine basamentale in pietra a vista; il secondo ordine in intonaco listato il coronamento.
Orizzontalmente il prospetto, suddiviso in cinque campate, è perfettamente simmetrico, e la parte che comprende le due campate laterali è leggermente arretrata rispetto alle tre campate centrali.
Il basamento, in pietra, si collega al primo ordine con una piccola modanatura che interessa le due campate più esterne, mentre nelle campate centrali presenta i gradini di ingresso all’edificio.
Il primo ordine è costituito da blocchi di pietra faccia a vista con giunti ad angolo. Le campate esterne, cieche, presentano due bucature, successivamente murate per motivi di sicurezza: una, alla estrema destra, è in corrispondenza del vano scala e l’altra, diametralmente opposta, in corrispondenza del botteghino.
Il concio di pietra diventa leggermente aggettante in tutta la fascia in corrispondenza dei punti di imposta degli archi a tutto sesto delle campate.
Successivamente si sagoma a cuneo lungo tutto lo sviluppo dell’arco. A conclusione del primo ordine vi è una modanatura che si sviluppa lungo tutta la lunghezza del prospetto.
Il secondo ordine, che presenta insieme al coronamento i maggiori danni alla intonacatura, è strutturalmente in tufo poi ricoperto con intonaco listato.
Presenta cinque finestre ad arco a tutto sesto, di cui una cieca, in corrispondenza del vano scala. Nelle tre campate centrali si alternano alle finestre quattro nicchie dove erano collocati, in passato, i busti di altrettanti compositori: Iomelli, Cimarosa, Paisiello e Rossini. In corrispondenza delle quattro nicchie, al di sopra delle finestre, vi sono quattro medaglioni, presumibilmente in gesso, applicati al prospetto che recano le effigi di autori di teatro: Alfieri, Metastasio, Goldoni e Maffei.
Le finestre, poggianti su una piccola modanatura, al di sotto della quale l’intonaco si presenta liscio, hanno anch’esse, in corrispondenza dell’imposta dell’arco, dei piccoli aggetti. Nelle due finestre più esterne l’aggetto è costituito da un concio liscio, come l’arco a tutto sesto che le conclude, mentre nella parte centrale del prospetto è costituito da una elaborata modanatura che sorregge gli archi a tutto sesto delle finestre, anch’essi modanati.
La zona del coronamento, in pietra intonacata, ha una prima e ricca modanatura che corre lungo tutto il prospetto e che la separa dal secondo ordine. Successivamente si divide in cinque parti, tutte coronate da differenti modanature, di cui quella centrale più alta e le altre che scalano simmetricamente verso l’esterno.
graphic
Bitonto. Facciata principale del Teatro Traetta (ex Umberto I).

Spero che l’emozione, provata in questo lavoro, nel riscoprire l’armonia e l’antica bellezza di tale monumento sia condivisa da altri ed inoltre spero che queste pagine servano a riconsiderare il Teatro in una nuova ottica: non più come un rudere in disfacimento ma come possibile cerniera tra città antica e città moderna, come uno dei punti di riferimento in un centro pulsante di vita quale può diventare l’intero centro storico.
Estratto dell’articolo pubblicato sulla rivista semestrale “Studi Bitontini” 59-60, 1995, 111-124 di M. G. MITOLO.
LINK UTILI
www.comune.bitonto.ba.it/servizi/teatro.htm
www.teatropubblicopugliese.it
www.libreriadelteatro.it

graphic
Bitonto. Scalinata laterale al Teatro Traetta.

graphic
Tommaso Traetta (1727-1779), illustre musicista bitontino di fama internazionale.