001_01: Prospetto principale.
Sito n.: 1 - CASTELLO MARCHIONE
Il Castello di Marchione si trova in una zona collinare, a
circa 7 Km dall'abitato di Conversano, sulla stada
provinciale per Putignano. Era la residenza di caccia dei
Conti Acquaviva d'Aragona, circondata da un fitto bosco,
da cui il toponimo Marchione (la forma corretta di
"macchione"). Dell'antico bosco attualmente resta solo
qualche monumentale quercia.
La data di edificazione è incerta, ma si ipotizza che il
casino di caccia possa essere stato edificato intorno alla
metà del XVII secolo. Infatti lo stemma dipinto, posto al
centro della volta del salone di rappresentanza, è
inquartato degli Acquaviva d'Aragona, dei Filomarino e
dei di Capua: Isabella Filomarino era la moglie di
Giangirolamo II (1600-1665), mentre Maria di Capua era
la consorte del figlio primogenito Cosimo (1627-1665). Il
16 luglio del 1721 è documentata, invece, la
commissione del conte Giulio Antonio III Acquaviva ad
alcuni maestri muratori di Bari (Ignazio Pazienza,
Scipione Colella, Saverio e Ignazio Affatato) per la
realizzazione del muro di cinta e del padiglione
d'ingresso.
L'aspetto attuale del Castello di Marchione è riferibile
agli interventi che si svolsero nel XVIII secolo e che gli
conferirono i caratteri stilistici del Barocco, con influenze
classicistiche. L'edificio è a pianta quadrangolare ed è
articolato su tre livelli: il piano terra, l'ammezzato ed il
piano nobile. Gli angoli della costruzione sono rafforzati
da quattro torrioni cilindrici che si fermano al primo
piano.
La facciata principale è tripartita da lesene ed è
caratterizzata da una sontuosa scala a rampe multiple,
sorrette da volte a botte rampanti e decorate da
eleganti balaustre in pietra. La scala conduce ad un
loggiato che si apre sul cortile con tre archi a tutto
sesto, impostati su colonne dotate di capitelli. La parte
centrale della facciata è costituita da pietra bugnata a
vista, mentre i due riquadri laterali sono intonacati. In
ciascuno di essi si apre una porta-finestra, con il
balconcino collegato al terrazzo di copertura delle torri
cilindriche.
La facciata posteriore è pressoché identica a quella
principale, fatta eccezione per l'assenza della scala. Il
prospetto delle due facciate, più elevato delle pareti
laterali dell'edificio, è delimitato superiormente da una
trabeazione in pietra.
Le facciate laterali, al piano nobile, sono caratterizzate
dalla presenza di quattro monofore, riccamente
decorate: ai lati recano dei pilastrini, l'architrave
presenta triglifi e metope ed è sormontato da un
timpano.
La distribuzione degli ambienti interni, che si affiancano
simmetricamente ai lati dell'ampio salone, è da alcuni
ritenuta un richiamo al Rinascimento veneziano.
All'interno del recinto, che circonda il castello di
Marchione, sono presenti una cisterna, un forno ed una
chiesetta con campanile a vela, preceduta da un piccolo
sagrato.
Il complesso è inoltre dotato di un interessante
padiglione d'ingresso, costituito da due ambienti con
tetto a capanna, in uno dei quali è presente un enorme
camino. Su di essi poggia l'androne, dotato di volta a
pieno centro e di portale centinato. Esso è più alto del
muro di cinta, al quale è raccordato da pinnacoli
squadrati e cuspidati. La cornice orizzontale che
sovrasta il portale d'ingresso funge da elemento di
collegamento tra i motivi ornamentali laterali. Su di essa
campeggia un leone rampante che regge lo stemma
degli Acquaviva d'Aragona.
A partire dalla fine del '700, la residenza di Marchione fu
utilizzata come masseria, dato che gli Acquaviva si
erano trasferiti a Napoli. Questa destinazione d'uso si è
perpetuata fino al 1921,
quando la principessa Giulia Acquaviva d'Aragona
Filomarino di Boiano promosse un grosso intervento di
recupero della struttura che per un lungo periodo era
rimasta, di fatto, abbandonata. In quell'occasione furono
collocati anche antichi arredi, trofei di caccia, gli alberi
genealogici della famiglia Acquaviva d'Aragona e
Filomarino ed i ritratti di alcuni personaggi della famiglia
comitale conversanese. I più prestigiosi sono quelli di
Isabella Filomarino e, probabilmente, del conte
Giangirolamo II, il famigerato "Guercio di Puglia".
Divenuto di proprietà del principe Fabio Tomacelli
Filomarino di Boiano, è stato ereditato dalla Società
Castello Marchione s.r.l. ed è stato adibito a ristorante (
www.castellomarchione.com ).
BIBLIOGRAFIA
ARMIDA, 2001: Conversano, città d'arte. ARMIDA,
Conversano, pp. 67-71.
Marina Esposito e Laura Mitarotondo, 1999: Chiesa e
Convento del Carmine a Conversano. Congedo editore,
Galatina, pag. 83.
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