002_22: Torre cilindrica, XV secolo.
Sito n.: 2 - CASTELLO ACQUAVIVA-ARAGONA (sede
della Pinacoteca comunale).
Il castello fu edificato dai Normanni nel secolo XI,
presumibilmente dopo il 1054, anno in cui uno storico
ignoto fissa l'inizio della storia comitale di Conversano.
Fu il nipote di Roberto il Guiscardo, Goffredo d'Altavilla il
Normanno, che assunse per primo il titolo di "comes
Cupersani". Il castello, a pianta trapezoidale con quattro
torri angolari, aveva una funzione esclusivamente
militare e si sovrapponeva ai resti delle antiche mura
megalitiche, risalenti all'antico centro peuceta (VI-IV
secolo a. C.) e ancora visibili alla base dell'unica torre
normanna sopravvissuta. Questa torre, situata sullo
spigolo ovest dell'impianto, è detta Maestra per via
dell'altezza di 25 m ed è caratterizzata da una robusta e
compatta muratura, con poche finestre e strette feritoie.
Iniziata nel XI secolo, fu portata a compimento nel secolo
XIII dai conti Brienne. All’interno è ripartita su tre livelli,
collegati tra loro da una scala creata nello spessore dei
muri.
I Normanni mantennero il possesso del castello fino al
1187.
002_13: Torre Maestra, XI-XII secolo.
Successivamente acquisirono il potere comitale oltre
venti famiglie diverse: i Bassavilla, i Gentile, i Brienne (a
Gualtiero IV di Brienne si deve l'espansione urbanistica
della città nel "Casal Vecchio"), i d'Enghien, i
Lussemburgo e poi anche funzionari regi.
Una torre simile al quella Maestra, ma più piccola, fu
edificata sul lato sud- est del castello tra il XIII e XIV
secolo, con finestre gotiche e sul terrazzo un belvedere
con arcate.
Nel 1422 la contea passò agli Orsini e poi a Giovanni
Antonio Orsini del Balzo, principe di Taranto e duca di
Bari. Nel 1455 la contea di Conversano passò agli
Acquaviva, grazie al matrimonio tra Caterina Orsini del
Balzo (figlia di Giovanni Antonio, che le diede in dote la
contea) e Giulio Antonio Acquaviva, duca di Atri e conte
di Teramo.
Gli Acquaviva trasformarono l'antica fortezza medievale
in una dimora principesca. Furono aggiunti nuovi spazi
funzionali e si consolidarono gli elementi difensivi. Fu
costruita, sul lato nord, la torre cilindrica (entro il 1480),
probabilmente in sostituzione di una delle antiche torri
quadrangolari; fu commissionata da Giulio Antonio
Acquaviva, come si evince dallo stemma collocato in alto
sulla muratura, che unisce le insegne del conte e della
consorte Caterina Orsini del Balzo. La torre venne
rimaneggiata in epoca successiva, come testimonia la
merlatura in cima.
Al figlio di Giulio Antonio I, Andrea Matteo, si deve la
costruzione della torre dodecagonale (entro il 1503),
sullo spigolo est, oggi parzialmente interrata, ma in
origine circondata da un fossato. Reca lo stemma del
conte Andrea Matteo e della moglie Piccolomini. La torre
ha la caratteristica forma a scarpa, usata per respingere
i colpi dell'artiglieria e reca sul terrazzo una merlatura
adatta alle bocche dei cannoni. Lungo i lati del poligono,
strette e profonde feritoie consentivano il posizionamento
delle munizioni.
002_08: Al centro la torre edificata tra il XIII e
XIV secolo, con finestre gotiche e belvedere con
arcate; a sinistra la torre poligonale, XV-XVI
secolo.
Accanto alla torre poligonale si trovava presumibilmente
l’ingresso originario del castello, dotato di ponte levatoio,
che serviva a superare il fossato attualmente colmato.
002_17: Ipotesi sulla posizione dell'ingresso
originario del castello.
002_15: Planimetria del castello.
002_16: Sezione.
Tra la seconda metà del '400 e l'inizio del '500 si
realizzarono nuovi ambienti all'interno del complesso, tra
cui le stanze di rappresentanza, dove i Conti ricevevano i
loro ospiti ed esponevano la loro raccolta di opere d'arte.
L'inventario dei beni del conte Giangirolamo II Acquaviva
d'Aragona, redatto nel 1666, riferisce che la collezione
comprendeva, tra grandi e piccoli quadri, oltre
cinquecento dipinti. Ad essi si aggiungevano argenti,
cristalli, sculture, mobili e parati di pregio. Tra le tele di
maggiore interesse artistico ricordiamo l'Allegoria di
Venezia del Lanfranco, una Madonna di Artemisia
Gentileschi, la Madonna, Cristo e Giuseppe di B.
Caracciolo, un dipinto di M. Stanzione.
Tra gli ambienti di vita quotidiana dei conti si segnala in
particolare la camera da letto, la cui volta venne
affrescata in occasione del matrimonio tra Giangirolamo
II ed Isabella Filomarino dei principi della Rocca. E'
l'ambiente artisticamente più rilevante del castello. Le
decorazioni furono eseguite quasi certamente da Paolo
Finoglio, che in quel tempo (1622) viveva nel Salento,
terra molto vicina alla famiglia Acquaviva, che erano
inoltre duchi di Nardò. Gli affreschi raccontano scene
tratte dal libro della Genesi, relative a Rachele e
Giacobbe, e manifestano l'intento celebrativo del
matrimonio dei conti e l'augurio di prosperità. La volta, a
forma quadrangolare, reca nei quattro angoli gli stemmi
della committenza. Gli affreschi sono racchiusi in cornici
di stucco, secondo la tecnica cinquecentesca del "quadro
riportato". L'impianto generale di questa volta ricorda
quella della chiesa dei SS. Medici, affrescata qualche
anno più tardi e riccamente decorata di stucchi. Accanto
alla camera nuziale troviamo le sale delle feste,
illuminate da alti finestroni, dove inizialmente erano
disposte le dieci tele del Finoglio raffiguranti “La
Gerusalemme liberata”, dipinte a partire dal 1640 per gli
Acquaviva, al fine esaltare l'eroismo del conte
Giangirolamo II.
L’attuale ingresso monumentale del castello, sul lato sud-
ovest, fu aperto nel 1710, come scritto sull’architrave del
portale, su richiesta della contessa Dorotea Acquaviva.
Nella stessa occasione la contessa fece ristrutturare il
cortile con l’accesso da un lato alla “cavallerizza” e,
dall’altro, alle stanze dei conti. La “cavallerizza” era la
zona destinata ad accogliere le carrozze ed è arricchita
dalla presenza di un affresco seicentesco raffigurante i
SS. Medici.
A partire dal XVIII secolo il castello venne frequentato
sempre meno dagli Acquaviva, che si trasferirono
definitivamente a Napoli.
Risalenti all’Ottocento sono sicuramente le finestre ed i
balconi della facciata su Piazza Castello.
Nel 1856, gli ultimi eredi degli Acquaviva affittarono la
struttura al sacerdote Francesco Ramunni, che poi ne
divenne il proprietario e che in seguito a problemi
finanziari fu costretto a frazionarne la vendita tra privati.
002_14: Ingresso monumentale aperto nel 1710
sul lato sud-ovest.
002_20: Affresco seicentesco raffigurante i SS.
Medici , zona detta la “cavallerizza”.
Oggi l'antica galleria del quarto nobile è sede della
Pinacoteca comunale, inaugurata nel 1999. In essa è
esposto il ciclo della “Gerusalemme liberata” di Paolo
Finoglio.
Link pinacoteca
http://www.retepuglia.uniba.it/ComuneConversano/comune%20di%20conversano/pinacoteca/home_visita_virtuale.htm
Per quanto riguarda gli altri ambienti del castello,
attualmente è possibile visitarne solo pochi, in quanto
molti sono abitati e proprietà di privati.
BIBLIOGRAFIA
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Conversano, pp. 11-14.
ARMIDA, 1999: Ricerche su Conversano. ARMIDA,
Conversano, pag. 27.
Cosmo Francesco Ruppi, 1976: Alla scoperta di un
angolo di Puglia, Conversano. SCHENA EDITORE, Fasano
di Brindisi, pp. 22-27.
Vito L'Abbate, 1983: Il territorio a sud-est di Bari in età
medievale. SCHENA EDITORE, Fasano di Brindisi, pp. 117-
119.
Vito L'Abbate, 2005: Ricerche storiche su Conversano e
dintorni, Vol. II. Tipolitografia Pineta-Conversano,
Conversano, pag. 55.
SITOGRAFIA
http://www.utepuglia.it/conversano/conversano/conversano_monumenti.php
http://www.utepuglia.it/conversano/conversano/conversano_storia.php
http://www.retepuglia.uniba.it/ComuneConversano/comune%20di%20conversano/castello.html
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