CATTEDRALE S. MARIA ASSUNTA
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035_04: La facciata principale

Sito n.: 35 - CATTEDRALE S. MARIA ASSUNTA

La cattedrale fu costruita sui resti di un antico tempio paleocristiano (di cui restano labili tracce) tra la fine dell' XI ed i primi anni del XII secolo, per volontà del vescovo Leone, assumendo la fisionomia definitiva soltanto due secoli dopo. Tra il 1359 e il 1374, infatti, su committenza del vescovo Pietro D'ltri, si giunse alla fase conclusiva della campagna di lavori con l'apertura dei rosoni, la trasformazione delle navate e l'ampliamento del transetto. Proprio dell'operato del vescovo reca memoria una lapide del 1359 ancora leggibile sulla facciata principale, alla destra del portale.
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035_26: Iscrizione sulla facciata datata 1359, collocata a conclusione dei lavori promossi da Mons. Pietro D'Itri

Nel 1431 il vescovo Antonio Domininardi vi eresse all'interno una cappella in onore di S. Antonio Abate (con l'originale volta ogivale), che attualmente è adibita ad ufficio parrocchiale. Nei secoli successivi, a seguito della diffusione dello stile barocco, l'impianto originario dell'edificio, tipico del romanico pugliese (con la pianta a croce latina, tre navate, transetto, absidi contenute e torre campanaria) fu oggetto di ulteriori modifiche. Tra il XVI e il XVII secolo furono costruite nove cappelle laterali, riccamente decorate con ori, stucchi e colonne. Il vescovo milanese Filippo Meda fece realizzare una maestosa struttura lignea per l'altare maggiore (che conosciamo soltanto attraverso vecchie foto), l'allargamento del coro, i dipinti barocchi e arabeschi sulla volta. Anche il matroneo scomparve dietro la volta intonacata ed abbellita di stucchi.
A seguito di una serie di interventi di alleggerimento delle decorazioni barocche (1879), l'architetto Sante Simone, affascinato dalla primitiva architettura della chiesa, propose un progetto di ripristino che ambiva a cancellare le aggiunte barocche, riportando alla luce le primitive forme romaniche. Il progetto naufragò difronte alla decisa opposizione ecclesiastica e popolare, ancorata alle appariscenti suggestioni dell'impianto decorativo barocco. Tuttavia un terribile incendio nella notte tra il 10 e l'11 luglio del 1911 distrusse completamente l’interno della chiesa, lasciando in piedi solo le mura laterali, la facciata principale e quella absidale. L'allora vescovo mons. Lamberti riuscì a portare in salvo l’icona della Madonna della Fonte (protettrice della città e della Diocesi di Conversano) e un grande crocifisso ligneo, oggi collocati rispettivamente nella navata sinistra e destra della chiesa. I lavori di ricostruzione successivi all’incendio, riportarono alla luce, per quanto possibile, le linee sobrie ed eleganti della struttura romanica originaria. Le facciate laterali, distrutte, vennero ricostruite ex novo, con l'inserimento di alcune sculture molto raffinate di antica datazione e rifacendo "in stile" tutto l'apparato murario in pietra scolpita secondo la cultura del restauro inteso come ripristino d'inizio secolo.
L'edificio nella sua configurazione attuale si presenta come un organismo dal tipico impianto romanico pugliese, dal quale tuttavia si discosta per l'originalità delle aggiunte gotiche e le reminiscenze bizantine individuabili nelle interessanti decorazioni scultoree. La chiesa, sorta su un edificio paleocristiano preesistente, è orientata secondo i canoni e i dettami di quell’epoca, cioè con le absidi rivolte verso est.
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035_02: Prospetto e Pianta. Disegni dell'Arch. Sante Simone

ESTERNO: A ovest è possibile ammirare l'imponente facciata principale, in stile romanico pugliese, tripartita da due lesene leggermente aggettanti e culminante con il tipico tetto a capanna con gli archetti rampanti. Di grande pregio è il rosone (XIV sec.), del diametro di ben quattro metri, a doppia cornice, rinnovato dopo l'incendio del 1911, affiancato da due rosoni laterali coevi più piccoli. Sul prospetto si aprono, inoltre, i tre portali di ingresso: Porta dei Pellegrini, Porta Magna e Porta del Giudizio (secondo la definizione del Panarelli).
➢ PORTA MAGNA: il portale maggiore, riccamente decorato secondo il gusto lombardobizantino, è affiancato da leoni stilofori. Le lisce colonne cilindriche, poggianti sui leoni, presentano pregevoli capitelli bizantini traforati "a paniere". La lunetta sovrapposta all'architrave decorato contiene un bassorilievo della Vergine con Bambino tra due angioletti con il turibolo. Questa lunetta è delimitata da una ghirlanda di fiori traboccanti da vasi, tra cui si dispongono tredici volti umani, verosimilmente i dodici apostoli e Gesù Cristo. Il fastigio è sorretto da due espressive fiere, una che tiene tra le zampe un bambino (simboleggia il peccato originale), l'altra che azzanna un agnello (l'uomo vittima del peccato), e termina con la scultura dell'agnello pasquale, perno di lettura dell'intera chiesa;
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035_09: Decorazione del portale principale

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035_07: Particolare di un leone stiloforo del portale principale

➢ PORTA DEI PELLEGRINI: il portale minore di sinistra, un tempo ingresso riservato ai pellegrini e ai battezzanti, reca nella lunetta il bassorilievo di S. Giorgio a cavallo che uccide il drago;
➢ PORTA DEL GIUDIZIO: il portale di destra, riservato ai funerali, affiancato da leoni stilofori, è sovrastato dalla statua di S. Pietro collocata nel protiro.
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035_11: Rosone sul portale centrale

Le facciate laterali, prospicienti via Gennari a nord e via Lamberti a sud, sono opera dell’ing.Pantaleo, intervenuto come primo progettista per il recupero e la ricostruzione della cattedrale dopo l’incendio del 1911. Entrambe sono caratterizzate da quattro arcate cieche scandite da lesene a leggero rilievo, e da un fregio superiore che accoglie una serie di stemmi illustranti vescovi e famiglie conversanesi alternati da bassorilievi di vario genere.
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035_13: Facciata laterale su via C. Gennari

Su queste facciate si aprono quattro porte; di particolare interesse risultano i bassorilievi posti sulle lunette: sulla prima porta, a sud, è raffigurata la Madonna con Bambino dentro un baldacchino, databile fine XIII sec.; sul portale simmetrico, sempre su via Lamberti, troviamo le figure probabilmente dei santi Cosma e Damiano, racchiusi in due edicolette scolpite e separate da una colonnina; sul lato nord, invece, la prima porta ci offre la raffigurazione di un angelo, posto su un piedistallo, con aureola sul capo e oggetti tra le mani; l’ultima (Porta della Crocifissione), la rappresentazione del Pianto sotto la Croce, con quattro personaggi ai piedi del crocifisso.
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035_16: Particolare del pianto sotto la croce. Lunetta del portale su via C. Gennari

Sull’ultimo lato, ad est, si ergono i due campanili: il primo, a nord-est, che si affaccia su piazza della Conciliazione, con l’orologio e torretta campanaria, mentre il secondo è situato a sud-est. Di grande interesse artistico è la finestra monofora absidale, ascrivibile al XIV secolo. Essa presenta un arco zigzagato di gusto lombardo e colonnine tortili sormontate da due sculture raffiguranti S. Matteo e un leone (S. Marco). Al di sotto dell'archivolto vi è il bassorilievo di un angelo, cherappresenta S. Giovanni l'Evangelista.
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035_27: Finestra absidale su via Porta Antica della Città

All'interno della chiesa la massa delle murature, la nudità delle pareti, i netti tagli di luce durante le varie ore del giorno, creano grande suggestione nel visitatore suggerendo un senso di austerità e di silenzio che caratterizzava la vita religiosa medievale.
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035_01: Pianta della Chiesa

La pianta della chiesa è a croce latina (o meglio patibulata, a T) con absidi non sporgenti verso l’esterno; il transetto è contenuto all’interno di un presbiterio lievemente rialzato e separato dalle navate anteriori dal tipico arco trionfale, impostato su due capitelli di recente fattura, simboleggianti i quattro Evangelisti. La divisione interna è a tre navate, delimitate da grandi pilastri cruciformi sormontati da archi a tutto sesto su cui corre un matroneo del XIV secolo, probabilmente mai utilizzato mancandone la via d'accesso. Splendide sono le trifore, realizzate con la locale pietra calcarea, i cui capitelli a stampella, variabili nelle tipologie (a “calice”, a “lira”, con decorazioni a palme, a foglie d’acanto, a felce, a volto umano e addirittura con figure mostruose scolpite), sembrano vere trine in pietra. Lungo le navate laterali si aprono delle cappelle. In particolare sulla controfacciata settentrionale (a destra dall'ingresso al presbiterio), sono collocati, partendo dall'ingresso e muovendo verso il presbiterio:
➢ la statua di S.Flaviano, protettore della città. In cattedrale si conserva una reliquia del suo braccio, portata in città da Giulianova per merito del vescovo Sulpicio Acquaviva, fratello del conte di Conversano Giulio Antonio I. Il culto del santo nel corso degli anni si è notevolmente affievolito e la sua processione del 24 novembre è stata soppressa. Viva è ancora la tradizionale fiera;
➢ un ingresso;
➢ l'altare con l’icona della Madonna della Fonte (protettrice del paese) che secondo la tradizione scampò all'incendio di un tempio cristiano in Africa. L'icona, per mano del vescovo Simplicio, nel 487 sarebbe giunta alla marina di Cozze a causa di un improvviso vento che costrinse i marinai, diretti a Polignano, ad attraccare. Era il primo sabato di maggio. Ancora secondo la tradizione, ad un tentativo di ripartenza si sarebbe innalzata una nuova tempesta. L'icona perciò fu lasciata a Conversano. L'immagine, che rappresenta la Madonna con il figlio benedicente, è impreziosita da una cornice d'argento, realizzata nel 1896; nel 1897 fu incoronata protettrice della città e della diocesi. Il restauro del 1972 ha fissato, contrariamente alla tradizione, la datazione dell'opera tra la fine del XIII e l'inizio del XIV secolo, quando cioè si sviluppò un gusto nostalgico per la cultura bizantina in tutto il territorio;
➢ un altro ingresso (sopraelevato su gradini) sulla quarta cappella.
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035_24: Icona della Madonna della Fonte

Sulla controfacciata meridionale troviamo, sempre con lo stesso ordine di lettura:
➢ una statua di Cristo Benedicente;
➢ il primo ingresso posto sulla seconda cappella;
➢ un crocifisso del XV-XVI sec., con statue laterali del XVII sec.;
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035_25: Crocifisso ligneo portato in salvo da Mons. Lamberti nell'incedio del 1911

➢ l’ultimo ingresso sulla quarta cappella.
Dall’attuale presbiterio è possibile accedere, attraverso due botole, a due piccoli ambienti sottostanti costituenti resti della vecchia basilica paleocristiana: quello più piccolo costituiva probabilmente parte di un abside in origine affrescata (sono visibili dei frammenti a decorazione geometrica), l’altro, più grande e coperto a botte, rappresentava una sorta di catacomba per vescovi.
Delle tre absidi semicircolari, solo quella di sinistra reca un frammento di affresco trecentesco suddiviso su due ordini, ascrivibile alla scuola di Simone Martini (XIV secolo).
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035_20: Affresco absidale del XIV sec.

Nella parte inferiore è raffigurata una Vergine con Bambino che rivolge lo sguardo verso il vescovo committente dell'opera, (probabilmente mons. Pietro d'Itri) inginocchiato al suo cospetto nell'atto di consegnarle il modellino della chiesa, adesso mancante. Questo gruppo è affiancato da due santi racchiusi in edicole: a destra S. Pietro Papa e a sinistra da S. Cristoforo. Nel catino superiore campeggia la maestosa figura del Padre che regge nella mano sinistra l'Agnello Divino (il Figlio), circondato da angeli musicanti. L'affresco, notevolmente danneggiato durante l'incendio del 1911, è stato restaurato negli anni tra il 1976 e il 1995.
Nell'abside di destra è collocata una tavola di autore ignoto raffigurante Cristo risorto della fine del XV secolo “ che per composizione e iconografia si rifà a Piero della Francesca, o alla sua bottega” (Fanelli). Databile quindi al 1490- 1500 fu commissionato probabilmente dalla confraternita locale del SS. Sacramento. Il Cristo irrompe nello spazio elevandosi dal sarcofago con la mano destra benedicente nella sinistra il vessillo trionfante sulla morte, emanando una luce che acceca uno dei due soldati, mentre l'altro dorme profondamente. In prospettiva un paesaggio arido e roccioso e la figura di un angelo. Splendido l'effetto dell'insegna che con morbide curve accarezza la testa del Cristo.
Oltre gli elementi già descritti, sono presenti all’interno della basilica altre cose degne di nota:
- un Cristo trionfante in pietra, situato nella parte sinistra del transetto
- un iscrizione sepolcrale del vescovo Lamberti
- un acquasantiera rinascimentale
-un pulpito del ‘900 (detto Ambone del Bolognini)
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035_18: Pulpito detto Ambone del Bolognini

Anche la sagrestia (1431), ex cappella di S. Antonio Abate, è opera degna d'interesse, specie per l'ardita volta ogivale.
La cattedrale, dedicata alla Vergine Assunta, è stata elevata a Basilica Minore nel 1997 da Papa Giovanni Paolo II.
Orari: SS. Messe- La chiesa è aperta anche nelle altre ore della giornata
Accessibilità: la chiesa è accessibile da via Lamberti grazie ad uno scivolo

Bibliografia:
ARMIDA, 2001: Conversano, città d'arte. ARMIDA, Conversano, pp. 28- 31
ASSOCIAZIONE TURISTICA PROLOCO- CONVERSANO, 2004: Conversano. SCHENA EDITORE, Fasano (BR), pp. 30- 35

Link: www.retepuglia.uniba.it/ComuneConversano/comune%20di%20conversano/cattedrale.htm