L'attuale Chiesa, edificata su di un'altra del sec. XII - XIII, è
andata soggetta, in epoche successive, a diversi
rimaneggiamenti. Della parte iniziale restano quasi intatti solo il
campanile di stile romanico pugliese del 1550 e l'abside ai cui
lati vi sono due archi.
DESCRIZIONE
La chiesa, esternamente, ha una struttura muraria a conci
levigati e regolari. La parte centrale, coronata da un timpano
triangolare sormontato da un alto acroterio, è limitata da due
lesene poggiate su di un alto zoccolo e ornate di capitelli ionici
con ovali nella cornicetta. Il portale, fiancheggiato da due
semicolonne coronate da capitelli ionici, è sormontato da un
timpano curvilineo e dalla finestra con cornice a doppio profilo
(Arch. Giuseppe Gimma, 1803).
Gli scomparti laterali sono costituiti da due sezioni per ogni lato:
le prime corrispondono alle navate minori del periodo e dello
stile del prospetto centrale. Poi, vi sono le sezioni
corrispondenti alle cappelle, d'epoca e di stile diversi, dalla
struttura rettangolare con doppia cornice e in conci di pietra più
piccoli e meno raffinati.
Le fiancate sono caratterizzate da quattro lesene (solo quella
sinistra) e da monofore a sguancio con sovrarco, sormontata
ognuna da un piccolo timpano triangolare. I portali minori laterali
sono caratterizzati da un timpano curvilineo e stipiti contornati
da cordone e da mostra, sormontato da archivolto con risvolti su
mensolette.
Ad una certa altezza delle fiancate laterali si elevano, molte
arretrate, le pareti della navata centrale, scandite da quattro
lesene ognuna ornata in alto da due arcate pensili. Tra le lesene
si aprono ampie finestre bifore con archetti compresi in archi
più grandi. Il motivo delle lesene e delle bifore continua sulle
pareti laterali del transetto.
Addossato alla chiesa si erge il campanile in conci di pietra
regolari, diviso in due piani da cornici ornate. Il primo piano ha
bifore con archetti girati sui capitelli, inclusi in un arco superiore
posato su mensole. Al secondo piano sporge un loggiato con
parapetto forato a scacchiera. Un po' più rientrato si eleva il
torrino aperto da bifore identiche alle altre e sormontato da una
piramide cuspidata.
L'interno (m. 45x 14,30) è a tre navate con colonne sovrastate
da archi a tutto sesto e con cappelle laterali.
Le navate sono divise da pilastri con lesene addossate ai
quattro lati, su basi attiche con toro e ornati da capitelli multipli
con decorazioni varie. Sugli archi a tutto sesto, che
congiungono i pilastri, vi è una cornice adorna di archetelle
cieche. Le navate partono da archi trasversali in quattro
campate con volte a crociera, che nella nave centrale
determinano lunette in cui si aprono bifore con sovrarco. Le
cappelle hanno volte a vela, rigonfie di quattro specchi
decorativi.
Di notevole interesse le acquasantiere collocate ai due lati
dell'ingresso. Quella di sinistra ha pila baccellata, sorretta da
colonnine con entasi ricco di fogliame; quella di destra è con
bordo ornato da treccia, sorretta da un alto plinto adorno di
larghe foglie; posato a sua volta su zoccolo con decorazioni in
rilievo.
Nell'abside laterale, a sinistra, è collocata una pregevole
scultura in pietra raffigurante la Madonna delle Grazie, risalente
all'inizio del sec. XVI, opera attribuita a Stefano da Putignano.
La Vergine, di prospetto, è seduta in trono, con veste
pieghettata e manto sul capo che incornicia il volto e, fermato
sotto il mento, ricade ad ampio drappeggio sulle ginocchia ove,
su un cuscino, è adagiato il Bambino con la manina destra sul
petto e la sinistra abbandonata sullo stesso cuscino.
Nell'abside di destra vi è una scultura in pietra raffigurante San
Francesco, opera di un artista locale del XVI secolo.
Sulla parte sinistra dell'ingresso principale si può ammirare un
Crocifisso alto circa tre metri, dello scultore Adolfo Rollo, fino a
qualche anno fa collocato nell'abside centrale della Chiesa.
Nella prima cappella del lato sinistro vi èuna pregevole fonte
battesimale ad immersione del sec. XIII, una vasca a
dodecagono posata su base circolare sagomata. Nella prima
cappella della navata destra è collocata la statua in legno di
San Rocco, che viene portata in processione nei giorni della
festa del Santo protettore a settembre.
Nella terza cappella di destra si puòammirare un crocifisso
ligneo di scuola francescana con alle spalle una tela raffigurante
la Vergine che guarda il figlio.
E' conservato un dipinto ad olio su tela raffigurante la Pietà,
attribuita a Fabrizio Santafede (1560- 1634): “la Madonna, in
piedi, regge per le braccia il corpo del Cristo, abbandonato e
ripiegato su se stesso. Fondo in tinta scura sfumata in giallo, su
cui risalta il bianco del drappo funebre aggrovigliato dietro il
Cristo, con posizione piramidale. Espressione di pathos sul
volto della Vergine. La tela è in larga cornice dorata"
Fra le altre pregevoli tele che la chiesa conserva, sono degni di
menzione:
Tela dell'Immacolata
"La Vergine in veste azzurra dal bordo dorato e trapunto di stelle,
ha le braccia incrociate sul petto e i piedi sulla mezza luna e sul
serpente strisciante al quale Ella schiaccia il capo".
Tela dell'Invenzione della S. Croce
"S. Elena vestita di bianco con manto azzurro: intorno, folto
gruppo di uomini in costume orientale, qualcuno ha il turbante. In
alto volo di angeli: scuola napoletana, sec. XVII. La tela è in
cornice dorata a fogliame graffiato".
(Fonte: CASAMASSIMA - IL PAESE AZZURRO, a cura di Giampaolo
Montanaro. Biblioteca Comunale, Comune di Casamassima)
Scavi archeologici all'interno della chiesa
I due interventi di scavo effettuati nel 1996 e nel 1997 a cura
della Soprintendenza Archeologica della Puglia e dell'unità di
Antropologia dell'Università di Bari, hanno messo in luce, nella
zona absidale e in quella antistante il portone d'ingresso della
chiesa Matrice, un fitto sepolcreto articolato su due livelli
sovrapposti senza soluzione di continuità, ma nettamente distinti
per una diversa destinazione d'uso. Presumibilmente si tratta di
un tratto superstite di un'area cimiteriale ben più estesa
preesistente intercettata dalle fondazioni della Chiesa romanica
e, per gran parte andata distrutta dall'impianto di ampie camere
sepolcrali interne alla Chiesa ed ubicate al di sotto delle navate
centrali e laterali della stessa. Oggi le camere sepolcrali sono
visitabili mentre il cimitero sarà ammirato, fra non molto, grazie a
telecamere a circuito chiuso. Nello strato cimiteriale superiore
sono state ritrovate 18 tombe in pietra occupate da 102 soggetti
infantili. L'indagine antropologica ha evidenziato un quadro
igienico sanitario di questo gruppo infantile caratterizzato da
condizioni di vita scadenti con alte percentuali di morbilità e
mortalità, imputabili in linea di massima ad uno scarso e carente
apporto nutrizionale. Il secondo strato cimiteriale, inferiore al
precedente, èrisultato occupato da tombe di adulti; 12 tombe
con 68 individui dei quali è stato possibile determinare il sesso,
l'età di morte, la statura, il peso, le attività lavorative,
l'alimentazione, le patologie e le caratteristiche morfometriche. E
degno di nota il riscontro, in tal senso, di due soggetti con
caratteristiche morfologiche estranee al contesto indigeno
riconducibili a tipologie negroidi, insieme con altri soggetti
evidenzianti varianti morfologiche frequenti nelle serie
scheletriche dei Berberi nord- africani. Data l'estrema povertà
dei reperti archeologici rinvenuti è stato necessario, per poter
collocare cronologicamente il campione esaminato, effettuare la
datazione al C 14, presso l'Institute Physiche Participle di Zurigo
che ha indicato un'età convenzionale corrispondente all'875 d.C..
Questo periodo coincide con quello di maggiore influenza
politica e culturale del mondo musulmano nella regione con la
formazione dell'emirato saraceno. La scoperta antropologica di
notevole rilevanza è data dalla constatazione che Casamassima
nei IX secolo d.C. era abitata da una comunità multietnica con
presenza di saraceni ben amalgamati con la popolazione
autoctona.
Fotopiano facciata laterale:
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