ARCO NARDULLI
graphic
Arco Nardulli
L’Arco Nardulli si presenta come un elegante arco con bugnato a raggiera, risalente probabilmente al XV secolo, la cui denominazione verosimilmente deriva dall'omonima famiglia vissuta in quel secolo in quel luogo. L’arco, sormontato dalla copia della tavola settecentesca, e immette in una corte medievale, un tempo sede del Connestabile, il comandante delle milizie in età sveva.
Sembra che fu fatta costruire proprio dal Connestabile di Gioia (il rappresentante imperiale e cioè il Capitano delle forze armate del paese di Gioia durante il dominio degli Svevi). All'interno della "corte", dopo aver varcato l'ingresso, infatti, dal lato sinistro vi era l'abitazione del Connestabile, alla quale si accedeva attraverso un'elegante scalinata ed un portone con arco ogivale. Un'elegante bifora, ora murata, segnala che un tempo quella casa è stata la residenza del funzionario imperiale.
Quest'arco, per la sua struttura in bugnato a raggiera, più degli altri somiglia ad una porta d'ingresso del Castello e dà l'idea di una costruzione a scopo di difesa degli ambienti presenti al suo interno. Nella parte superiore di detto arco, infatti, c'era una torre di vedetta, con l'edificio sede del comando, che guardava verso est in direzione del castello. Affiancato all'arco, nella parte interna è presente un altro arco a muro, ma pronunciato, in tufo carparo, sorretto da un lato da un vistoso gattone.
graphic
Arco Nardulli, corte
Dopo aver superato la corte e lasciato alle spalle l'arco di ingresso ci si imbatte in un altro arco che sfocia su via Gelso. Esso è composto di tre serie di archi paralleli, che creano una specie di corridoio-portico, sul quale si possono notare le travi che sostengono due stanze di una abitazione superiore; tale costruzione era sicuramente di proprietà di una nobile famiglia, come fa fede la presenza di un’indecifrabile figura araldica posta all'ingresso dell'abitazione. Sotto l'arco è presente un’edicola sacra con l'immagine della Madonna Addolorata.
graphic
Arco Nardulli in via Gelso
Sotto l'arco principale, in una nicchia, c'è un’icona su legno raffigurante nella parte centrale la Madonna, incoronata da due putti angelici, che regge sulle sue ginocchia Gesù Bambino. Ai lati della Madonna sono raffigurati quattro Santi inginocchiati: due protettori di Gioia e due protettori della umile gente, disposti in modo alternato. Guardando l'icona, sul lato sinistro troviamo l'immagine di San Giuseppe, protettore dei poveri e degli oppressi, dietro il quale è visibile quella di San Filippo Neri, patrono di Gioia. Sul lato destro sono raffigurati San Francesco di Paola, protettore dei naviganti e della gente di mare, molto venerato in Italia meridionale e a Gioia, come testimoniano alcune tele presenti in alcune chiese gioiesi (Chiesa Madre) e Santa Sofia, prima protettrice di Gioia. Sull'arco qualche anno fa è stata apposta una copia del dipinto, mentre l'originale è stato restaurato e si può ammirare all'interno della sala consiliare del Comune.
A causa dell'incuria degli uomini e per l'azione demolitrice del tempo, il 28 agosto 1870 una deliberazione comunale, sindaco Pompeo Lippolis, decide l'abbattimento dell'arco Nardulli perché, pericolante, rischiava di crollare e di minacciare i passanti.
Durante i lavori di demolizione di una pericolante casa medievale, presente nella corte dell'arco, fu rinvenuta una moneta bronzea del X secolo, risalente all'imperatore bizantino Giovanni Zimisce, che reca su un verso la testa di Gesù e sull'altro la scritta, in caratteri greci, Gesù Cristo Re dei Re. Questo ritrovamento costituisce un'ulteriore conferma dell'origine bizantina di quel borgo e del primo nucleo abitativo gioiese.
FONTI:
  • Articolo scritto dal Prof. Francesco Giannini il 22/2//2010 e tratto da http://www.gioiadelcolle.info/2010/02/22/gli-archi- parte-i/
  • Vito Angelillo, L’antica madre – forme e sviluppo del centro storico di Gioia del Colle, 9.Fogli d’identità territoriale / maggio 1999, Comune di Gioia del Colle – Assessorato alla Cultura
IMMAGINI: