PALAZZO VALDURA- SCHETTINI (L.GO PLEBISCITO)
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Palazzo Valdaura-Schettini. Facciata.

Sito n.: 37 - PALAZZO VALDURA-SCHETTINI (L.GO PLEBISCITO)

Il palazzo originariamente apparteneva alla nobile famiglia dei Valdaura che lo eresse nella seconda metà del 1600, in un'area allora di periferia urbana, a ridosso della campagna, occupando il lato sinistro dello spiazzo antistante la chiesa del Purgatorio e allineandosi allo svincolo della strada S. Francesco, che portava all'antica chiesa medievale omonima. Imponente e solenne nella sua mole poderosa come una fortezza, il palazzo, con la scomparsa dell'ultimo attivissimo rappresentante della casata, Gaetano Valdaura, fu acquistato nell'ultimo decennio del 1700 dalla nobile famiglia Schettini. L'insediamento di questa famiglia a Terlizzi è tuttavia di molto precedente al '7001; originaria di Limoges entra a far parte del patriziato terlizzese nel 1528, con il matrimonio di Nicolò Schettini da Cosenza con la nobildonna terlizzese Aurelia Veneto, come testimoniato anche da una lapide in S. Maria la Nova. Divenuta col tempo ricca e potente, annoverò fra la sua discendenza soldati, magistrati, ecclesiastici, ed ebbe il suo primo palazzo a fianco della porta del lago (prima dei Veneto, demolito nel 1965, ne rimane solo il portone di accesso murato in un edificio) e dalla seconda metà del '700 il grandioso palazzo Valdaura, sito in piazza Plebiscito, oltre gran parte delle terre site intorno ad esso.
Dalla seconda metà dell'800 in poi il corpo di fabbrica, da sempre incompleto, ha subito dunque numerosi rimaneggiamenti, prima con la demolizione di una stalla per lascire posto al vico I s. Francesco, poi tesi a renderlo un edificio residenziale a più appartamenti.
Il palazzo si colloca immediatamente al di fuori della cinta muraria del centro storico in prossimità della porta del lago. La particolarità della sua ubicazione consiste nell'orientamento della sua facciata principale verso Nord, dunque con una rotazione di quasi 90° rispetto a corso Dante, l'arteria stradale creatasi nel '700 con la colmata del fossato che circondava la città vecchia.
L'edificio si presenta come un imponente blocco rettangolare scandito da finestrature regolari, interrotte da balconi e portali di ingresso decorati esclusivamente in corrispondenza degli assi di simmetria. La fascia basale dell'edificio è ricoperto da bugne bocciardate in pietra calcarea disposte secondo corsi di più altezze differenti, mentre le fasce superiori sono scandite da cornici in pietra. Di notevole pregio appare l'apparato decorativo tardo - settecentesco del portale.
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Palazzo Valdaura-Schettini. Portone.

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Palazzo Valdaura-Schettini. Lunetta del portone.

Le aperture sono incorniciate da stipiti in pietra tutti uguali, tuttavia la geometria delle finestre del primo piano, "alla romana", che interrompono la continuità delle cornici, fanno dedurre modificazioni successive alla costruzione. Appare subito evidente il degrado degli intonaci esterni, da mettere in relazione con l'incompletezza dell'edificio nel secondo livello, denunciata dalla presenza delle aperture murate.
La volta che copre l'androne di accesso al cortile interno è affrescata con lo stemma nobiliare della famiglia Schettini. Entrando nella corte interna appaiono subito evidenti le pesanti manipolazioni che l'edificio ha subito nell'ultimo secolo: in corrispondenza del grande arco ribassato l'interpiano fra primo e secondo piano è stato sfruttato per realizzare due livelli abitativi. Inoltre Per distribuire è stato creato un ballatoio esterno.
La scala monumentale a piano terra e primo piano è scandita da archi a tutto sesto, mentre al secondo piano porta i segni dei maldestri interventi realizzati negli anni '50.
I prospetti sul vico I S. Francesco e sul cortile privato non presentano un preciso disegno architettonico in quanto secondari, dunque sono quelli che più hanno risentito delle modificazioni susseguitesi nell'ultimo secolo, con l'apertura casuale di finestre, l'aggiunta di elementi estranei al probabile disegno originale, la posa di condotte impiantistiche di ogni tipo, la ripresa di muri.
Le murature portanti sono a corpo multiplo, con un paramento esterno a conci regolari in pietra calcarea ed uno interno costituito da elementi non squadrati.
Per quanto riguarda le volte la tipologia dominante è quella a padiglione, con la variante della volta "a schifo"; il materiale utilizzato è ancora la pietra.
Tratto da: G. Valente, Feudalesimo e feudatari, VI, Mezzina, Molfetta, 2004, pp. 209, 217.
1 C. Guastamacchia, Spigolature di cronaca terlizzese, Mezzina, Molfetta, 1972; A. Pappagallo, Uomini nella storia di Terlizzi, Tipografia Amendolagine, Bitonto, 1969.

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Palazzo Valdaura-Schettini. Pianta piano terra.