PALAZZO DE PAU'-ANTONELLI (V. MARCONI 39)
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Palazzo de Pau'-Antonelli. Biblioteca.

Sito n.: 42 - PALAZZO DE PAU'- ANTONELLI (V. MARCONI)
  
Fatto costruire da Domenico, secondogenito in seconde nozze di Gennaro De Paù (1668-1750), insigne esponente della casata, letterato, appasionato di musica tanto da istituirne una vera e propria scuola diretta da maestri napoletani, oltre che sindaco di carica ventennale. Domenico (1710) fu destinato a rappresentare il ramo principale del casato con l'assegnazione del maestoso palazzo di famiglia, che sarà completato e rifinito da mons. Felice de Paù (1703-1782) in via Trinità, oggi Marconi. Questa costituiva la strada di collegamento tra la porta S. Donato e la “via qua itur Tranum” passando per Ciurcitano. Gennaro de Paù l'aveva fatta allargare sul terreno di sua proprietà per dare respiro alla nuova costruzione del suo palazzo e maggiore comodità alla circolazione come si desume da una iscrizione, ora affissa su un fabbricato di recente costruzione. Quel tratto di strada costituirà il punto di partenza per l'attualizzazione dell'asse di collegamento tra l'interno e il mare nella formulazione del nuovo assetto di un più ampio progetto murattiano. I lavori di costruzione della strada per Molfetta iniziarono l'8 ottobre 1814 e furono portati a termine nel dicembre 1818.
Quanto al palazzo, a Felice de Paù si deve la costruzione dell'ala settentrionale, comprendente il Salone delle feste “di palmi 72 lunga e larga 36”1, con la volta decorata in stile pompeiano, in cui sistemò la sua prestigiosa quadreria, e la cappella di famiglia trasferendovi il titolo nell'antica chiesetta, ormai fatiscente, dedicata alla SS. Trinità, che a sua volta aveva dato il nome alla strada su cui era situata. Vissuto a Roma, dove conseguì la laurea e strinse prestigiose amicizie con i personaggi più in vista, affiliato all'Accademia dell'Arcadia, cultore di poesia e di musica, Felice si avvalse della lunga permanenza nella capitale per organizzare l'allestimento di una vera e propria galleria nella vasta sala da lui fatta costruire a completamento del palazzo paterno. Celebrata e illustrata dal famoso naturalista abate Fortis, ospite della famiglia nel 1789, trattata anche dal Giustiniani, la collezione annoverava, tra le altre, opere di Raffaello, Perugino, Correggio, Tiziano, Rubens, Van-Dyck, Domenichino, Giulio Romano, Caravaggio.
Ritornato definitivamente in famiglia nel 1732, in questa sala, appositamente attrezzata a teatro, si dedicò all'allestimento di trattenimenti musicali da lui composti. Ordinato prete dal vescovo di Bitonto Giovanni Barba, ricoprì un ruolo di primo piano nella annosa questione della concessione della Cattedra alla Collegiata di Terlizzi. Per il prestigio e la notorietà di cui godeva, dal 1751 fu vescovo di Tropea.
Oggi il Palazzo è adibito in parte ad abitazione, i locali sottostanti ad attività commerciali, mentre l'ala settentrionale, un tempo occupata dalla quadreria, ospita la Biblioteca comunale.
Tratto da : G. Valente, Feudalesimo e feudatari, VI, Mezzina, Molfetta, 2004, pp. 145-155.
1 Cfr: Libro della Famiglia de Paù.

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Palazzo de Pau'-Antonelli. Ingresso biblioteca.

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Palazzo de Pau'-Antonelli. Balcone biblioteca.