CASTELLO SVEVO
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Sito n.: 11 - CASTELLO SVEVO
Nei primi anni del 1500, a causa dell’affermarsi di nuove armi da sparo, il castello subì nuovi e notevoli cambiamenti con demolizioni e costruzioni di nuove parti, tra le quali spicca il bastione lanceolato situato sul versante ovest. Dal 1568 al 1677 fu sede della Sacra Regia Udienza, organo giudiziario, amministrativo e politico di Terra di Bari. Dal 1860 al 1975 è stato sede del carcere giudiziario ed è stato restituito alla fruizione pubblica nel 1998
Città di trani - guida al turismo
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Il castello di Trani è uno dei più importanti e dei meglio leggibili tra quelli fatti erigere da Federico II. Sorge a breve distanza dalla celebre Cattedrale, in riva al mare, al centro di una rada i cui bassi fondali costituirono sempre un'ottima difesa sia dalla furia delle onde che da eventuali attacchi su quel fronte; !a sua posizione a margine della città e la spettacolare altezza delle sue torri gli consentivano di sorvegliare l'Ingresso del porto e le vie di accesso all'abitato; la sua fondazione provocò la parziale distruzione di una piccola torre, rinvenuta sotto il piano di calpestio dell'attuale androne orientale, probabilmente connessa ad un modesto avamposto di vedetta.

II nostro castello ebbe pianta quadrangolare, vasto cortile centrale, quattro torri quadrate agli spigoli, rivestimento a bugne rilevate, merlatura piana; fu cinto da un antemurale - un muro fortificato, un tempo internamente percorribile e munito di freccere - che ne ribadisce ancora il perimetro, determinando tre cortili minori, e da un fossato comunicante col mare. Due iscrizioni marmoree sovrastano gli antichi ingressi, aperti entrambi nel fronte occidentale, rispettivamente nella cortina del castello e nell'antemurale, datandone la costruzione, nel mese di giugno del 1233; la seconda afferma che, per ordine imperiale nel 1249, furono realizzati, il muro di cinta ed una fortificazione avanzata. Ad una delle due torri sul mare, nel 1240, Federico II fece impiccare, a vista delle navi veneziane, ree di aver devastato le coste pugliesi, Pietro Tiepolo, podestà di Milano e figlio del Doge di Venezia, catturato durante la battaglia di Cortenuova.

Nel castello di Trani, nel 1259, Manfredi, figlio prediletto di Federico II, condusse sposa Elena d'Epiro e fu ancora in questo castello che, nel 1266, dopo la sconfitta e la morte di Manfredi a Benevento, la giovane regina venne catturata con i suoi figli da Carlo I d'Angiò. Nozze fastose furono celebrate nel castello anche in età angioina, quelle dello stesso Carlo con Margherita di Nevers, nel 1268, e del principe Filippo con Isabella Comneno, nel 1271. Qui fu tenuta prigioniera, dal 1268 alla morte (1279), Siffridina, contessa di Caserta, che aveva favorito la sfortunata discesa di Corradino dì Svevia e taciuto fino alla fine i nomi dei congiurati. Unici lavori di costruzione documentati per il periodo angioino sono alcuni camini, realizzati dall'ingegnere regio Giovanni da Toul nella zona residenziale del castello, e le bertesche ai merli. Dopo una breve parentesi di soggezione alla Serenissima (1496 - 1530), con l'avvento delle armi da fuoco il castello fu pesantemente aggiornato, rispondendo alla diffusa esigenza di fortificazione delle coste mediterranee dell'impero di Carlo V, minacciate dall'avanzata turca.
Ferdinando de Alarcon, provveditore dei castelli del regno di Sicilia, fortificò nel 1533 l'ala sud del castello, operazione documentata da un'iscrizione, cimando le due torri contigue, sostituendo la merlatura balistica a quella piana medievale, costituendo a ridosso dell' antica cortina un cospicuo terrapieno attraversato da una doppia fila di cannoniere, dopo aver demolito le strutture medievali preesistenti ed una loggia federiciana sul fronte opposto del cortile centrale. La trasformazione della cortina meridionale del castello in un massiccio fronte di fuoco comportò la distruzione dell' insediamento francescano di S.Pietro, ricadente nel raggio di azione delle artiglierie; parte del materiale riveniente dalle demolizioni attuate all'interno e all'esterno del castello fu riversata nel terrapieno o [impiegata nello stesso castello come materiale da costruzione; esemplare a riguardo è la lunga scala a chiocciola che percorre l'intera ala sud, realizzata con lastre funerarie opportunamente sagomate, che tradiscono la provenienza dal pavimento della chiesa distrutta. Poco più tardi (1540 -1541), !a costruzione di due bastioni, uno a bec d'aperon e l'altro a pianta quadra, rafforzò a sud-ovest e a nord-est gli opposti spigoli del complesso castellare, proteggendone a fuoco radente tutti i lati; nello stesso tempo determinò la scomparsa delle difese agli antichi portali nei fronti ovest e sud dell'antemurale, consistenti in due rivellini, il secondo dei quali realizzato nel 1495, nonché, l'inversione dell'accesso al castello.
Per volontà del re di Spagna Filippo II d'Asburgo, dal 1586 al 1677, ebbe sede nel castello di Trani la Sacra Regia Udienza della Provincia della Terra di Bari. Nel 1799 vi furono rinchiusi e trucidati i nobili idealisti tranesi, i cui corpi vennero gettati in mare. Nel XIX secolo il castello fu adibito a Carcere Centrale Provinciale, destinazione cessata nel 1974. Nel 1831, per ordine di Ferdinando II di Borbone, sgombrato delle artiglierie, il castello passava dal Ministero di Guerra e Marina al Ministero degli Interni; dal 1832 al 1844 ed oltre l'intero edificio fu sottoposto ad una generate ristrutturazione che ne alterò sensibilmente la fisionomia, soffocando con la realizzazione di corpi aggiunti (uffici, casa del Direttore, carcere femminile, celle d'isolamento, falegnameria, lavanderia) l'armonica scansione delle cortine e delle torri e alterando l'originale spazio dei cortili, causando lo spianamento delle bugne sulle superfici destinate a diventare pareti Interne e moltiplicando le aperture, riconoscibili tutte dalla semplice forma architravata.
Nel 1842 fu eretta al centro del cortile centrale una cappella esagonale; tra il 1842 ed 1843 furono realizzati i camminamenti su arconi e pilastri che percorrono tre lati del cortile centrale ed il fronte nord del castello, sul mare; al 1848 risalgono l'orologio e la piccola torre che lo contiene, innalzata sul prospetto orientale. L'ingresso al castello avviene da piazza Manfredi, superato un ponte in pietra realizzato in età carceraria inglobando il precedente, mobile e ligneo nell'ultimo tratto. Il portale è sovrastato da un'iscrizione che ne data il restauro al 1553, ad opera del castellano e del vice castellano pro tempore, Giorgio Manriquez e Pietro de Montealbano, e dallo stemma settecentesco di Carlo di Borbone. Dal cortile est è possibile accedere al Museo del Castello, al cortile centrale, all'ampio varco praticato lungo la cortina sud del castello, svuotando in parte il terrapieno addossatovi nel Cinquecento, ripristinando gli opposti androni alle estremità, rimettendo in luce le aperture originarie - parzialmente distrutte prima dalla realizzazione delle cannoniere, poi delle finestre carcerarie - e gli innesti degli arconi che al primo e al secondo piano caratterizzavano le coperture degli ambienti medievali della demolita ala sud.
Il cortile centrale offre una lettura simultanea delle tre principali fasi della storia del castello: al di là dell' ottocentesco camminamento su arconi, l'ala nord presenta un doppio ordine di mensole scolpite e la traccia degli archi acuti che vi testimoniano la presenza della loggia federiciana demolita nel Cinquecento; particolare interesse rivestono le tre mensole raffiguranti, ai lati dell'antico accesso al grande salone nord al primo piano. Adamo ed Eva e l'Annunciazione, un tema apparentemente religioso, in realtà socio-politico, che rinvia alla consistente presenza giudaica nella città di Trani e all'alto senso di imparziale giustizia dell'Imperatore nei confronti di sudditi di credo differente, simbolicamente resa da un motivo ispirato al principio della Concordanza del Vecchio e del Nuovo Testamento. La cinquecentesca ala sud ha rivelato all'Interno delle mura d'ambito degli ambienti a pian terreno notevoli tracce del porticato svevo parzialmente inglobato dalla struttura palaziale a doppio ordine di casamatte, ingentilita da un prospetto a logge a crociera, voluta da Cario V e posta in opera dal de Aiarcon. Il Museo del Castello è allestito all'interno del bastione di nord est; esso accoglie un plastico ligneo del castello, realizzato alla metà del Settecento da Giovanni Carafa, duca di Noja, ed alcuni dei più importanti reperti ceramici e lapidei, provenienti dagli scavi condotti nel castello.