Chiesa di Santa Lucia (XII sec.?), Porta d'ingresso
(Foto Burri-De Meo-Taccardi).
Sito n.: 17 - COMPLESSO SANTA LUCIA
Tra gli edifici conventuali, sorti a Bitonto nel corso del sec.
XII, ha grande importanza artistica il Monastero
Benedettino di S. Maria de Verginibus, ubicato nell’antico
nucleo abitato.
La mancanza di documenti storici non ci consente di
precisare la data della sua fondazione e, quindi, lo
stanziamento delle suore nella nostra città. Tuttavia
tenendo come base un documento del 1284 e proceduto col
raffronto stilistico tra il nostro e altri monumenti regionali di
data certa, riteniamo di poterci avvicinare di molto all’epoca
del suo impianto.
Il citato documento del 1284 riguarda la cessione di una
zona di terreno di proprietà del Monastero alla Comunità
Francescana per la costruzione del Convento e della chiesa
di S. Francesco d’Assisi. Nel documento sono citati il re
Carlo I d’Angiò e il vescovo regnante Leucio Corasio (1283-
1317), che chiamò a Bitonto l’Ordine Francescano e
patrocinò la costruzione del vasto edificio conventuale.
Lo schema architettonico della chiesa conventuale è ad
unica navata divisa da un pilastro in due campate
quadrangolari eguali.
Restituzione della pianta e della sezione
longitudinale di S. Lucia (Bitonto).
Sui due quadrati di base si elevano le rispettive cupole
semisferiche raccordate con pennacchi sferici. Questo
ordinamento assume la sua importanza volumetrica
all’esterno, ove i tiburii cubici e i tetti piramidali in lastre
calcaree denotano con chiarezza l’epoca di costruzione
degli edifici chiesastici del periodo romanico-bizantino, di
cui in Terra di Bari vi sono numerosi esempi, dalle chiesette
di S. Maria di Giano (sec. XI) e di S. Margherita di Bisceglie
al S. Pietro di Balsignano (sec. XII) e S. Croce, già
comprese nel tenimento bitontino.
Lo schema di S. Lucia è il più semplice delle chiese a cupole
multiple, in quanto composto dalla ripetizione dell’elemento
base a pianta quadrangolare, perciò è da ritenere il
prototipo rispetto ai modelli citati di S. Maria della Porta e
S. Egidio.
Non privo di valore artistico è il pinnacolo cilindrico posto
sul tetto della cupola Est, nel quale è raffigurato in
bassorilievo l’Arcangelo Michele, con plastica piatta e
lineare simile ai modelli bizantini.
Purtroppo i molteplici rinnovamenti, avvenuti nei secoli della
sua esistenza, hanno sfigurato la fisionomia dello storico
edificio nel prospetto e all'interno con l'aggiunta della
cappella Sud e il prolungamento della nave con la
conseguente demolizione dell’abside semicircolare.
Nell’ampio Monastero si conservano intatte le strutture
antiche, con vasti ambienti coperti di volte a botte su
poderosi piedritti in pietra da taglio finemente lavorata.
La scarsa illuminazione proviene da piccole monofore
aperte nell'alto dei muri che si affacciano sotto gli archi
ogivali del chiostro quadrangolare. L’esterno conventuale è
vario per le aggiunte di fabbriche antiche e moderne,
mentre alcune opere scultoree sono sparse sulle facciate
senza alcun ordine artistico.
La Comunità di questo Monastero, che un tempo aveva
ospitato oltre cento suore, si ridusse nel 1898 a sei
elementi, per cui fu soppresso in virtù della legge del 1866.
Passato in proprietà del Comune fu adibito ad asilo
infantile, retto da vari Enti e affidato alle Suore Alcantarine.
Fu sede di un antico monastero di monache benedettine,
risalente certamente al secolo XII, fiorente ancora a metà
del secolo XIII quando i documenti parlano di diverse
monacazioni provenienti da paesi limitrofi con rispettive
donazioni. Nel 1252 il giudice Grifo di Molfetta lascia al
monastero per testamento un’oncia d’oro. Sorgeva nelle
immediate vicinanze del castrum romano, aveva giardini e
spazi a sufficienza, tanto da poterne cedere parte per la
costruzione della chiesa e del convento dei PP. Francescani
(1284).
La presenza delle monache è attestata sino ai primi decenni
del secolo XIV quando probabilmente si trasferirono nel
nuovo monastero di S. Nicola nei pressi della cattedrale. La
struttura della chiesa che risale ai secoli XI-XII, nonostante
le frequenti manomissioni, conserva ancora due cupole
piramidali con copertura a chiancarelle e pinnacolo
cilindrico in asse con i due ambienti quadrangolare che
costituivano il primo edificio.
Bitonto. Chiesa di S. Lucia, cupole piramidali.
Su una delle due pinnacoli è ancora ben visibile scolpita una
bella immagine dell’Arcangelo Michele. Nella visita del
vescovo De Crescenzio, 1659, l’altare maggiore risultava
fornito dell’icona di S. Benedetto, mentre sull’altare
laterale, dipinta a muro, era l’immagine di S. Lucia. La
statua della Santa è ora collocata sull’altare maggiore nella
parte della chiesa ampliata agli inizi del secolo, mentre un
modesto arredo adorna altari e pareti della stessa.
Nelle trasformazioni urbanistiche tra Seicento e Settecento
fu rovesciato il sito di accesso con il taglio dell’abside.
Accanto fu costruita una sacrestia (1733), qualche anno
dopo che fu eretta la Congregazione di S. Lucia sotto il
titolo dell’Immacolata Concezione la cui immagine su tela fu
rilevata sull’altare maggiore nella visita pastorale di mons.
Giovanni Barba il 1740.
Tra il 1883 e il 1885 fu aperto un cappellone sulla fiancata
di destra e nel 1928, a dare il colpo di grazia, fu sfondata
quella che era l’antica facciata della chiesa che, in questa
maniera acquistò in ampiezza, ma perdette ancora di più la
sua originalità.
Estratto da
G. MONGIELLO, Bitonto nella storia e nell’arte, ed. Arti
Grafiche Favia, Bari 1970, 157-161.
Portone d'ingresso dell'ex convento di Santa Lucia
(asilo).
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