CAPPELLA SAN MATTEO
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Bitonto. Cappella di San Matteo.

Sito n.: 62 - CAPPELLA DI SAN MATTEO

La chiesa di S. Matteo, detta anche S. Maffeo, è una piccola e graziosa costruzione elevata nel 1270. Collocata quasi a ridosso delle mura cittadine, il manufatto era adiacente il fossato della cinta muraria di Nord-Est, vicino alla cosiddetta porticella, ora su Piazza Marconi, fu edificata da Sergio Bove, uno dei rampolli di quella prestigiosa famiglia di mercanti trasferitasi a Bitonto da Ravello agli inizi del XIII secolo. La chiesa fu adibita anche a sepolcreto per alcuni esponenti di quella famiglia.
Nel 1523 il beneficio era di un reddito molto consistente, ma Cornelio Musso nel 1549 la trova in condizione statiche precarie.
L'ambiente interno rispecchia la forma planimetrica dell’esagono irregolare, coperto con volta a botte. Sul fondo dell'abside è visibile una monofora strombata. Sul muro di fondo è l'altare alquanto manomesso negli elementi originali; mentre l'ambiente essenzialmente costruttivo della sala denota una severa nobiltà.
Tutta l'aula è percorsa da un bugnato liscio e ben allineato, il colore della pietra abbrunito dal corso dei secoli offre al visitatore una suggestione particolare. Numerosi sono i frammenti lapidei conservati con interessanti epigrafi, tra questi: la lapide di fondazione, murata a destra dell’altare in cui si legge:
“SERGIUS HOC TEMPLUM BOS - STRUXIT HONORE MATHEI -   SANCTI QUEM FACIAT UT SIT - IN EDE DEI - ANNO DOMINI MILLESIMO DUECENTESIMO SEPTUAGESIMO - REGNANTE DOMINO NOSTRO KAROLO SICILIE REGE - INCLITO XIII INDICTIONE.” Innanzi all'altare è la lastra tombale di Angelo Bove, nipote del fondatore, la cui figura a bassorilievo è supina con le mani giunte. La testa è coperta dal cappuccio della tunica il cui modellato disegna il corpo sino alle ginocchia. La cintura termina con la testa di bue, come nell'emblema di famiglia, ripetuta nei cantonali superiori della lastra; tra cui si legge: “HIC IACET ANGELUS DOMINI SERGII BOVIS DE BOTONTO”.
La singolare costruzione dette origine a un rito religioso che si perde nei secoli, il cui significato mistico era molto sentito dai partecipanti in gran numero con a capo il vescovo, mentre dal lettorino un sacerdote leggeva il Vangelo di S. Matteo.
Restaurata nel 1831 a cura di Marina D’Amely vedova Bovio, subì pesanti modifiche sulla facciata; l'attuale assetto esterno appartiene al restauro eseguito dai germani Eustachio e Luigi Bove nel 1882, come rilevasi da una lapide all'interno della chiesa, quando per la sistemazione della nuova estramurale, che evitava l'attraversamento del centro antico ai veicoli, la chiesa fu tagliata nella parte anteriore e fu ricostruita una facciata di gusto neogotico pur rispecchiando la fisionomia originaria: dal campanile a vela con fornice ogivale e loggetta con lettorino, al portale con le monofore laterali del prospetto.
BIBLIOGRAFIA
G. MONGIELLO, Bitonto nella storia e nell’arte, ed. Arti Grafiche Favia, Bari 1970, 195-196.
S. MILILLO, La Chiesa e le chiese di Bitonto, Bitetto 2001, Collana di studi del CeRSA Bitonto il Grifo 4, 173.

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Bitonto. Portone d'ingresso della cappella di San Matteo.

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Bitonto. Particolare della cappella di San Matteo.