Bitonto. Rudere della torre Pozzo Cupo.
Sito n.: 68 - TORRE POZZO CUPO
Torre Pozzo Cupo, antica torre-vedetta, situata
sull'omonima strada comunale, immersa tra i nodosi ulivi
dell'agro bitontino, è databile intorno alla fine del XVI
secolo. Costruita utilizzando la dura pietra locale, appena
sbozzata a martelletto, sorge sul costone di Lama Balice, in
una zona con ottima visibilità su tutto il territorio
circostante. Grazie a tale posizione il “torriere”, con segnali
di fumo di giorno e fuochi di notte, segnalava le incursioni
dei pirati alle vicine torri “Sant'Egidio” (sec. XVII), “Dei
Colombi” (sec. XVI) sino alla chiesetta di Santa Maria di
Costantinopoli (sec. XVI). La torre, alta cinque metri, con
pianta quadrangolare, voltata a botte, presentava in passato
la tipica botola, attraverso cui, con l'ausilio di una scaletta di
legno, issata in caso di pericolo si saliva al piano superiore,
attualmente crollato. Internamente, sono ancora visibili
varie nicchie e resti di un focolare con cappa.
Esternamente, invece, inglobato nel tozzo paramento
murario, vi è un appiglio, caratterizzato da una pietra
lavorata, con foro circolare, a cui venivano attaccate le
redini dei cavalli o dei muli. Le origini di Torre pozzo cupo
sono ignote. Il nome sembra derivare da un antico pozzo,
situato nella zona cupo per la sua profondità. Nel basso
medioevo, lo scavo di un pozzo, considerate le risorse
tecniche dell'epoca, risultava operazione assai lunga e
pericolosa tant'è che numerosi trattati medievali offrono
suggerimenti su come limitare il rischio di smottamenti,
cadute ed asfissie. Innumerevoli erano i pozzi sparsi nelle
nostre campagne: Pozzo “rosso”, “Picierro”, “Peragine”,
“Pilecchia”, “Pasquale”, “Menzolla”, “Zellino”, “San Lorenzo”,
“delle Colonne”, “delle grue”, “della corte”, “Re degli
uomini”, indispensabili riserve idriche per l'irrigazione dei
campi nei periodi di siccità. Dalla platea di San Francesco
d'Assisi (sec. XVII), apprendiamo che nel 1642, la torre, con
annesso oliveto, era di proprietà di tale Francesco Dionisio,
il quale pagava il censo al convento francescano. Oggi la
Torre, abbandonata a se stessa, versa in condizioni assai
precarie. La caratteristica volta a botte, il fianco sinistro e la
parte frontale, con relativo ingresso, sono crollati, rendendo
gravemente instabile l'intera struttura.
Estratto dell'articolo pubblicato su:
“Primo Piano”- periodico mensile di cultura, politica ed
attualità.
P.Fallacara, Un panorama luminoso da Torre Pozzo Cupo,
ed. Associazione Culturale Realta' riVista, luglio 2006.
Bitonto. Vista del retro di Torre Pozzo Cupo.
Bitonto. Vista lato campagna di Torre Pozzo Cupo.
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