Territorio di Bitonto. Torre Rotto la Capo.
Sito n.: 70 - TORRE ROTTO LA CAPO
La Torre, sulla via vecchia per Santo Spirito, collocata in
posizione strategica, era dotata delle caratteristiche botole
attraverso le quali, grazie all'ausilio di scale retrattili in
legno, si giungeva al piano superiore, caratterizzato da
caditoie e feritoie. Adiacente alla torre vi è un ampio
ambiente quadrangolare voltato a botte, dotato di varie
nicchie, un focolare con cappa ed una capiente cisterna
d'acqua. In origine vi era probabilmente, tutt'intorno, un
altro recinto quadrangolare, caratterizzato dal tipico
ingresso ad arco, a difesa dell'antico complesso.
Secondo alcuni storici locali, il nome “Torre rotto la capo”
deriverebbe dalla bordata inferta nel 1799 dalla flotta
Russa, giunta in soccorso del cardinale Ruffo, che con gli
insorgenti borbonici avanzava verso Bitonto.
Durante il XV secolo, la torre faceva parte del corpo rustico
di circa trecento vigne del barone Polidoro Scaraggi. Gli
Scaraggi erano un intraprendente famiglia di agricoltori e
commercianti, in rapporto con le più illustri famiglie del
Nord-Italia. Dagli Scaraggi la torre, nel secolo XVI, passò ai
Sylos che nel 1742 la cedettero ai Gentile e come tale è
annoverata nella carta del Rizzi Zannoni (sec. XVIII), alle
coordinate 20/11 da Napoli. Successivamente, nel 1847, fu
scorporata dalla villa del conte Vincenzo Gentile.
Estratto dell'articolo pubblicato su:
“Primo Piano”- periodico mensile di cultura, politica ed
attualità.
P. Fallacara, Una bordata della flotta russa e fu 'Torre rotta
la capa', ed. Associazione Culturale Realta' riVista,
Dicembre 2004.
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