L'arcivescovo Rainaldo promuove dopo il 1170 la ricostruzione della cattedrale ereditata dai suoi predecessori mantenendo sostanzialmente inalterato l'impianto della navata tripartita e forse quello dell'unica abside. I costruttori di Rainaldo mirano ad assimilare la cattedrale al nuovo modello della Basilica di S. Nicola, alla quale si continuava a lavorare. Su quel modello viene costruito il transetto, con relativa cripta a sala sotto il nuovo presbiterio, nella quale vengono trasferiti i segni del culto rimossi dall'antica confessio: l'altare con le reliquie di S. Sabino e le epigrafi.

La nuova cripta, popolata di colonne, non comunica con la confessio e sopraeleva il presbiterio di un metro e mezzo circa. Lo scavo della cripta cancella in quell'area ogni traccia di strutture precedenti. L'innesto del nuovo transetto alla navata รจ segnato dai piloni che nella chiesa superiore sostengono l'arco trionfale.
Verso oriente, all'unica abside ne vengono aggiunte due minori oltre a due campanili, impostati a livello della cripta come cappelle, mentre gli spazi ricavati nell'intercapedine fungono da sacrestie. Nel braccio longitudinale, i primitivi sostegni dei colonnati sono sostituiti da due solidi muri continui che serrano l'antica confessio, ne rispettano gli accessi e si prolungano verso ovest inglobando anche l'ambiente con il pavimento musivo e la grande rota, ancora una volta rispettata.
Nella chiesa superiore, sui due muri di catena, sono riposizionate le colonne antiche, di marmi colorati e granito alternati. Sulle primitive fondazioni sono ricostruiti in elevato anche i muri esterni, a nord, sud e ovest, sui quali sono rimontate le cornici in marmo greco dei cinque portali, opera di Acceptus.