Tipologie residenziali per anziani e disabili

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Il progressivo invecchiamento della popolazione ha portato a un cambiamento demografico che coinvolge diversi aspetti della società: economici, sanitari, assistenziali, ma anche sociali e relazionali.

La politica dei paesi industrializzati si è ormai consolidata verso la priorità dell’invecchiamento nella propria casa piuttosto che cambiare abitazione o ricorrere all’istituzionalizzazione.

In genere, il ricorso all’istituto è dovuto alla mancanza, o inadeguatezza, di una rete socio-assistenziale di supporto, all’alloggio non più confacente alle esigenze e inadeguato per attrezzature e/o standard generale; difficilmente riadattabile nella distribuzione delle camere e/o degli impianti oppure troppo grande, quindi costoso e faticoso da gestire, isolato e  lontano dai servizi di prima necessità.

Pertanto, l’alloggio, l’edificio e il quartiere devono diventare accessibili senza barriere né fisiche né sensoriali, nonché fruibili, comodi, sicuri e dotati di tecnologie di supporto sia alla gestione delle attività domestiche sia a quella di servizi esterni di diversi tipi (consulti sanitari a distanza e gestione di parametri sanitari, ecc.).

Infine, il contesto urbano deve offrire un livello soddisfacente di assistenza, di servizi, di spazi ricreativi e di socializzazione.

Oltre alla facilità di utilizzo di arredi, spazi e tecnologie, è di assoluta priorità la flessibilità dell’ambiente domestico, ovvero la possibilità di poterlo adeguare gradualmente negli anni, secondo i mutamenti che accompagnano la vita della persona: in tal modo, si può avere a disposizione un’abitazione sempre a misura del proprio stile di vita a prescindere dall’evolversi dello stato di salute e delle capacità fisico-motorie e sensoriali.