Terremoto 2016

Terremoto2016

Le tragiche immagini che hanno già fatto il giro del mondo mostrano l’enorme opera di distruzione generata dal violento scuotimento dello scorso 24 Agosto. Al di là dell’aspetto umano, comunque prevalente, le notizie pubblicate dagli organi di stampa sono in generale poco precise, quando non completamente sbagliate. Si fa spesso riferimento a concetti assolutamente illogici sotto l’aspetto tecnico (ad esempio: proporzione tra sabbia e cemento nelle costruzioni in muratura, immaginaria pericolosità dei solai in calcestruzzo armato, apparente maggiore sicurezza di una tipologia costruttiva rispetto ad altre, rimedi «magici» non applicati, etc.).

I ricercatori di ITC-CNR, insieme al consorzio ReLUIS, all’Università di Napoli Federico II e all’INGV, a meno di 48 ore dall’evento, hanno elaborato, seppure in forma preliminare, i segnali registrati dalla Rete Sismica Nazionale ottenendo una serie di descrittori dello scuotimento del suolo. Oggi, a una settimana dal tragico evento sismico, sono disponibili dei documenti scientifici e tecnici che permettono di rispondere ad alcuni dei maggiori interrogativi che emergono dalla visione delle immagini pubblicate dai media, reperibili qui e qui, e che possono aiutare sia nella valutazione dell’agibilità delle costruzioni non crollate che nelle operazioni di ricostruzione.

Gli eventi sismici sono profondamente diversi gli uni dagli altri, circostanza che rende difficile realizzare costruzioni sicure. Nel caso in questione, il moto sismico è risultato particolarmente selettivo, andando a manifestare il proprio terribile effetto soprattutto su edifici relativamente rigidi e poco resistenti (come sono, ad esempio, le case in muratura di uno o due piani e come non sono, ad esempio, le palazzine in calcestruzzo armato di 4-6 piani o le torri particolarmente snelle).

Su quel tipo di costruzioni, gli effetti sono stati violentissimi: l’accelerazione al suolo, pari a circa il 40% dell’accelerazione di gravità, è diventata al tetto da tre a cinque volte maggiore (indipendentemente dal tipo di materiale utilizzato per il tetto). Tuttavia, tale violentissimo effetto è sostanzialmente previsto dalle norme tecniche in vigore dal 2008. Una costruzione realizzata nel rispetto di dette norme si sarebbe danneggiata durante il sisma del 24 Agosto, ma non sarebbe crollata, salvando almeno le vite umane. Nei luoghi del terremoto, però, la stragrande maggioranza delle costruzioni era precedente a tali norme tecniche: l’intensità e la «speciale qualità» del moto sismico sono state fatali per le costruzioni eseguite prima delle moderne norme tecniche o non ammodernate secondo tali norme.

Il moto sismico viene modificato dal sottosuolo che attraversa. Nel comune di Norcia, molto vicino ai comuni che hanno subito i maggiori effetti del terremoto, sebbene il moto del suolo sia stato un po’ meno intenso, le accelerazioni al tetto delle costruzioni sono state anche maggiori di quelle verificatesi ad Amatrice. Tuttavia i danni sono stati molto modesti – e senza perdite di vite umane – perché quasi tutte le costruzioni erano state ammodernate dopo il terremoto del 1997 in base a delle specifiche norme tecniche regionali, molto simili – concettualmente – a quelle emanate a livello nazionale nel 2008.

Approfondimenti tecnici

L’esame del report sull’analisi dei dati relativi al moto simico mostra che il massimo contenuto energetico del moto sismico è corrisposto, in molti casi, ad un intervallo di frequenze compreso tra 3 e 10 Hz (o equivalentemente ad un periodo compreso tra 0,1 e 0,3 secondi – si vedano gli spettri di risposta). Poiché in prima approssimazione il periodo naturale di vibrazione degli edifici in muratura è stimabile nella decima parte del numero dei piani, il moto sismico ha prodotto i suoi maggiori effetti su edifici di uno o due piani (con periodi di vibrazione compresi tra 0,1 e 0,3 secondi), che, sulla scorta degli spettri di risposta mostrati nelle analisi, hanno subito nella zona epicentrale accelerazioni orizzontali al tetto fortissime, in alcuni casi superiori all’accelerazione di gravità.

Tali circostanze, combinate, risultano fatali per edifici in muratura di 1-2 piani non costruiti secondo criteri antisismici, mentre gli effetti del sisma sono stati di uno o più ordini di grandezza inferiori per edifici più alti. Gli spettri di progetto (AMT) mostrano che edifici in calcestruzzo armato di 5 o più piani o le torri snelle in muratura (periodi di vibrazione pari a 0,5 s o superiori) presentano (pseudo) accelerazioni spettrali comprese tra il 30 e il 40% dell’accelerazione di gravità. E’ di rilievo anche osservare che le azioni sismiche indicate dalla normativa vigente per i luoghi colpiti dal sisma prevedono quasi esattamente le azioni sismiche effettivamente misurate.

Gli spettri di progetto (NRT) valutati per il vicino comune di Norcia mostrano che, nonostante si siano raggiunte (pseudo) accelerazioni spettrali al tetto delle costruzioni basse in muratura pari anche al 200% dell’accelerazione di gravità, unitamente alla circostanza dell’assenza di danni significativi, l’ingegneria sismica italiana – quando correttamente applicata – è in grado di ridurre in maniera drastica le ricadute sulla popolazione degli inevitabili eventi sismici.

Il report relativo ai primi sopralluoghi permette di osservare, e cominciare a studiare, gli effetti sulle costruzioni dell’evento sismico del 24 Agosto scorso.

Prof. ing. Antonio Occhiuzzi
ITC-CNR — Direttore

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agosto 27, 2016 in News

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